Ieri sera ho visto Maroni (alla tele, per fortuna) e mi è tornato in mente di quando si è detto imbufalito. Non era imbufalito per i circa trecento morti nel Mare Mediterraneo, mentre quei disperati cercavano, su un relitto di nave, una vita migliore di quella che fino ad allora gli era stata concessa da un destino crudele. Sebbene quella era stata una tragedia prevista e per la quale nessuno ha mosso un dito. Non era imbufalito per i circa trecento morti del terremoto, famiglie sterminate, vite spezzate. Anche lì una tragedia che era stata prevista, poteva essere evitata ma per la quale nessuno ha fatto nulla. Tutto è accaduto secondo i piani prestabiliti dal un destino crudele. No, Maroni non era imbufalito per queste cose. Lo era per il suo piccolo decreto, quello sulla sicurezza, quello stesso nel quale c'è scritto che i medici possono segnalare i clandestini che vi si rivolgono per ricevere cure e assistenza. Quello in virtù del quale è bastato l'annuncio per far crollare del 15% i ricorsi ai pronto soccorso da parte di immigrati irregolari. Quello stesso per il quale una prostituta di Bari è morta di tubercolosi senza farsi visitare da nessuno, fuorchè dai suoi clienti. Il nostro non era imbufalito neanche per questa parte del decreto. La fonte del suo nervosismo era l'azzoppamento di quella ennesima pessima legge per via di due emendamenti dell'opposizione fatti passare da un parlamento, che non so se definire illuminato o distratto. Come quando nel corso del governo Prodi, la distrazione di un senatore dell'opposizione fece passare la class action. A proposito, chissà che fine ha fatto quella disposizione. Ma forse hanno ragione loro, gli italiani non meritano di avere troppi diritti, sennò poi ne abusano. Maroni era anche imbufalito per il referendum, quello sulla legge elettorale che, se approvato, rischierebbe di far scomparire la Lega. Chi glielo dice, poi, a Bossi che bisogna confluire nel PDL. Meglio lasciare le cose come stanno e continuare a prendere in giro gli elettori. Per questo Maroni si imbufalisce, non per le cose per le quali è pagato. Ma per l'orgoglio di vincere o perdere le sue piccole lotte, che nulla hanno a che vedere con una vita migliore per i cittadini. Così come tutta la classe politica che ci dovrebbe rappresentare, altrimenti che cosa ci sono andati a fare sui luoghi del terremoto anche quelli che nulla avevano a che fare con le operazioni di soccorso o di ricostruzione. Che cosa c'entrava stare in piedi, per causa dell'altezza, mentre tutti gli altri erano seduti, per ostentare una furtiva lacrima. Ma forse, ancora una volta ha ragione Fini che, a proposito di Annozero, ha coniato un nuovo reato, abuso di libertà. Abuso di potere, dico io, sicuro di essere più aderente alla legislazione vigente.
"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)
mercoledì 15 aprile 2009
Vieni avanti, Maroni!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento