Sì, è vero, anch'io parlo del terremoto. E dopo che tutto sembra essere stato già detto. Avrete senz'altro sentito parlare degli edifici più rappresentativi che sono crollati miseramente. E fra questi l'ospedale San Salvatore dell'Aquila. Ma non voglio continuare con una polemica sterile, l'intento di questo breve scritto è quello di dare dei numeri che possano fornire un'idea di quello che poteva essere e che non è stato.
Le città e le regioni confinanti con l'area terremotata hanno collaborato per gestire l'emergenza. L'8 aprile, nei tre ospedali della Asl di Chieti erano giunti 94 feriti dalle aree colpite dal sisma. Di questi, 59 persone sono state ricoverate nei tre ospedali, di cui 44 a Chieti, dieci a Ortona e cinque a Guardiagrele. Altri 35 erano stati curati in Pronto soccorso e dimessi. Il Presidio ospedaliero di Chieti ha attivato 60 posti letto aggiuntivi, utilizzando i locali dei tre reparti di Divisione chirurgica, Neurologia e Dermatologia che erano stati accorpati nei mesi scorsi. Anche Pescara si è mobilitata. "Stiamo aspettando l'arrivo di un aereo con altri 11 pazienti provenienti dall'Aquila. Abbiamo ancora posti letto a disposizione, anche perché i malati meno gravi, con piccoli traumi, li stiamo trasferendo negli alberghi della città". A riferirlo all'ADNKRONOS SALUTE era Fernando Guarino, direttore sanitario dell'ospedale di Pescara. Questi dati, riferiti al giorno 8 aprile, rendono una pur pallida idea dell'organizzazione aggiuntiva che si è resa necessaria per garantire ai superstiti le necessarie cure mediche.
Oggi rimane lo sconcerto. Quello di chi avrebbe voluto che in quell'ospedale venissero ricoverati i propri feriti, i quali invece hanno dovuto essere dirottati altrove perchè il 90% dell'ospedale San Salvatore dell'Aquila è stato reso inagibile dal terremoto. Il senatore Ignazio Marino, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Ssn, ripercorre la storia della struttura sanitaria. "La costruzione dell'ospedale, iniziata nel 1972, prevedeva una spesa di circa 11 miliardi di lire. Negli anni successivi i finanziamenti sono lievitati a 164 miliardi, e per l'ultimazione del complesso, avvenuta nel '99, si è quasi raggiunta quota 200 miliardi. Già nella XIII legislatura - prosegue - la Commissione che ora presiedo riferiva di un ospedale dall'impianto costruttivo obsoleto e irrazionale, denunciava la scarsa qualità dei materiali impiegati e segnalava un'organizzazione del lavoro su percorsi orizzontali che avrebbe contribuito a rendere problematico l'equilibrio finanziario dell'Azienda. Non è questo il momento delle polemiche - conclude Marino - ma non permetteremo che, a riflettori spenti e in fase di ricostruzione, ci si dimentichi degli errori del passato. Abbiamo deciso all'unanimità di avviare un'indagine sul percorso progettuale dell'ospedale, richiedendo la necessaria documentazione al fine di individuare eventuali illeciti nella costruzione o nelle fasi di ristrutturazione e collaudo del nosocomio. Procederemo con l'accertamento di responsabilità penali e politiche - aggiunge - ma senza intralciare i lavori di soccorso. L'autolimitazione temporanea è stata decisa esclusivamente per senso di responsabilità. Se c'è qualcuno che ha sbagliato dovrà pagare".
Ho fiducia in Ignazio Marino, è una persona per bene. C'è solo da sperare che lo lascino lavorare, sebbene le recenti vicissitudini in merito alla legge sul testamento biologico mi fanno nutrire molti dubbi. Speriamo bene.
Non ci vuole molto a capire cosa è successo: i partiti si sono presi 200 miliardi di tangenti e l'ospedale invece che col cemento è stato costruito con la sabbia dell'adriatico,ma sarà inutile qualsiasi inchiesta perchè coloro che dovranno indagare sono gli stessi che hanno rubato: gli assassini della maggior parte delle vittime di questo terremoto vanno cercati nel parlamento della Repubblica.
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