Si risveglia la Chiesa di fronte ad una sentenza del TAR del Lazio e lancia i suoi fulmini contro la magistratura, come se non bastassero già i politici a pensarci, ogni volta che parte un tentativo di ristabilire la giustizia in questo strano Paese. Parte la Chiesa e dietro di essa, neanche a dirlo, il solito coro di persone prone e pronte a tutto pur di entrare nelle grazie del voto cattolico. Si, perchè io non credo che a Gasparri importi qualcosa dell'insegnamento di religione, così come non gli importava nulla del destino di Eluana Englaro, quando fece quell'infelice uscita sul Presidente della Repubblica. Sicuramente, invece, ha un interesse ideologico la Binetti o l'ex ministro Fioroni, che si sono sempre dimostrati coerenti. Ma non è di questo che voglio parlare. Quello che da cattolico, credente e praticante, mi dispiace è che non c'è coerenza nei comportamenti derllas Chiesa. Mi spiego. In una situazione in cui, per sua stessa ammissione, non vi erano le competenze per fare ricorso, la Chiesa è intervenuta con energia esprimendo chiaramente il proprio pensiero. Di fronte ai comportamenti di un primo ministro moralmente riprovevole, per il quale perfino la figlia ha dichiarato che un politico non può avere una vita privata, la Chiesa si è limitata ad un tenue pigolio. E' il solito metodo dei due pesi e delle due misure, comportamenti che cambiano a seconda che si debbano colpire alcuni soggetti o altri. Che poi, personalmente, per quanto può interessare a chi legge, io condivido la sentenza. E' inutile infatti continuare a tenere insegnamenti di religione cattolica e stabilire per essi dei crediti formativi. Fin dai miei tempi, l'ora di religione era sempre stata poco più che un'ora di ricreazione. Molto meglio, secondo me, inserire un'ora di storia delle religioni, più in linea con una società multietnica, rispettosa del dettato costituzionale e di maggiore ampliamento culturale, formativo e di sensibilizzazione verso tutte le religioni presenti sul territorio. Senza contare che gli insegnanti di religione sono gli unici che entrano senza concorso. Quindi non è la religione ad essere discriminata, ma gli altri insegnanti rispetto a questi ultimi. Pensiamoci, dunque, la sentenza del TAR del Lazio non è un problema ma può diventare un'occasione per riformare questo settore della scuola italiana.
"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)
giovedì 13 agosto 2009
La sentenza del TAR e un'occasione mancata.
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Io proporrei di stampare alcune delle tante nefandezze della chiesa publicate su siti analoghi a questo e lasciarle sui banchi o sui tavoli posti all'ingresso della stessa
RispondiEliminaZIO ENZO