"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

venerdì 14 agosto 2009

Il sano stupore che non c'è più.

Io mi chiedo e vi chiedo, come può un giornalista, non solo fare bene il suo mestiere, ma addirittura definirsi tale, se frequenta assiduamente, da ospite, la persona che dovrebbe essere la parte preponderante del suo lavoro, cioè il presidente del consiglio. Il fatto è di una gravità assoluta, solo che in quest'Italia, dove tutto è ormai diventato normale, nessuno ci ha fatto caso. Insomma la notizia, non notizia, è che Emilio Fede, sedicente giornalista, nonché direttore del TG4, è sceso da un aereo di stato, ancora un volo di stato per un non avente diritto, che era appena atterrato in Sardegna e da cui poco prima era appunto sceso il Presidente del Consiglio, accompagnato dalle sue guardie del corpo. La cosa in sè è da censurare. Ripeto, come può quel giornalista parlare e sperare di essere creduto quando fa il telegiornale, e soprattutto come può definirsi giornalista, se la definizione è colui che cerca le notizie e le pubblica senza guardare in faccia nessuno. Sarebbe come se un poliziotto convivesse con un delinquente, ad esempio un figlio, come potrebbe essere disinteressato nel momento dell'arresto, o peggio ancora delle indagini? Ma in quest'Italia va tutto bene, ci siamo tanto abituati a Fede, ai suoi discorsi, ma non solo a lui, io credo che non ci stupiremmo neanche se venissero fuori le foto di una giornalista in carriera, scattate a Villa Certosa, nell'atto di ricevere la farfallina che l'ha resa famosa nella blogosfera, solo lì, perchè nei tiggì nessuno si è posta nessuna domanda, neanche quando, puntuale, è arrivata la nomina. Di nulla ormai ci si stupisce, neanche della cacciata degli omosessuali dalle televisioni pubbliche da parte di Zaia, in nome della difesa della famiglia. Ma questo signore dov'era quando il suo principale offendeva la famiglia con comportamenti postribolari. Lui come la Chiesa si è guardato bene dal parlare e ora ci viene a raccontare che la famiglia va difesa e lo chiede parlando dall'interno di un governo fatto di persone che la famiglia l'hanno, non solo offesa, ma umiliata, a più riprese, con le parole e con i fatti. Zaia, se crede nella proposta che ha fatto, deve dimettersi.
Non si possono concedere i diritti dei conviventi ai comuni cittadini, dovessero ubriacarsi di diritti, ma ai parlamentari e ai ministri, tutto può essere concesso. Di niente ci si stupisce, si dà tutto per scontato, ormai, anche perché, campioni come siamo di dietrologia, bulli di quartiere, quelli che la sanno lunga, che lo avevano sempre sospettato, lo stupore non può fare parte della nostra personalità.