E' un Paese strano, l'Italia. Qui può succedere di tutto. Può capitare che un gruppo di poliziotti ammazzino di botte un ragazzo e becchino 3 anni e spiccioli di galera, continuando, fino alla fine del processo e oltre a fare il loro mestiere. Può anche accadere che un poliziotto faccia perfettamente il proprio dovere, ma che, risultando scomodo ai poteri forti, venga linciato moralmente ed emarginato. Può accadere che politici in odore di mafia vengano accolti nelle stanze dei bottoni e facciano carriera. A volte basta anche non essere in odore di mafia, ma semplicemente di corruzione. Perchè, come disse Catone circa 2.200 anni fa: 'chi ruba nel privato passa la sua vita fra prigioni e catene, chi ruba nel pubblico vive tra l'oro e la porpora'. Mai parole furono più vere. Può accadere in Italia che persone iscritte alla P2, l'associazione massonica ritenuta la maggiore responsabile del tentativo di destabilizzare lo Stato negli anni '70, poi vadano a commemorare i defunti della strage di Bologna. Un politico che si vanta di avere a che fare con molti magistrati e li definisce la metastasi della democrazia viene acclamato. I magistrati che fanno il proprio dovere vengono tacciati di essere giustizialisti, coniando ex novo un termine, inesistente nella lingua italiana, per agevolare e giustificare l'operato dei politici corrotti. Succede poi che magistrati in odore di mafia facciano carriera e restino in servizio fino all'età di ottant'anni, se va bene, altri loro colleghi vengono pensionati con leggi ad hoc o, nella migliore delle ipotesi vanno a Strasburgo, dove vengono premiati con la presidenza di Commissioni prestigiose, perchè lì, la gente in gamba la riconoscono. Accade che un premio nobel che lavora all'efficienza dell'energia solare vada a lavorare in Spagna, mentre qui viene pubblicizzata come un toccasana l'energia nucleare. Qui si parla di libero mercato in pubblico, mentre in privato si lavora ad un monopolio televisivo che punta all'isolamento e alla cacciata dello straniero, anche e soprattutto in barba alla convenienza economica dei contribuenti. Creando la fotocopia di ciò che accadde nel caso Alitalia, dove furono cacciati gli stranieri che avrebbero pagato di tasca loro, per dare la polpa dell'operazione ai capitani coraggiosi e i debiti ai soliti contribuenti. Perchè tanto non si è ancora capito che quando se ne fa carico lo Stato, a pagare sono sempre e soltanto i contribuenti. Anche quelli che hanno votato l'attuale esecutivo e che lo hanno scelto per pagare meno tasse. E per avere maggiore sicurezza. Quella che si ritiene debba essere fornita attraverso una riduzione dei fondi alle forze dell'ordine, poche centinaia di militari per le strade e le ronde padane. Dopo che la sicurezza l'avevano chiesta anche i cittadini di piccoli comuni del meridione d'Italia. Strano Paese l'Italia. Non è bastato un vaccino, quello di montanelliana memoria, e non ne basteranno altri cento di vaccini perchè, come lo stesso Montanelli diceva, qui non si riesce ad andare a destra senza ricorrere al manganello. Anche se virtuale o mediatico.
"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)
martedì 4 agosto 2009
Lo strano Paese in cui viviamo.
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