"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

mercoledì 12 agosto 2009

Condannata Aung San Suu Kyi

Per il premio nobel Aung San Suu Kyi si è arrivati ad una condanna a 18 mesi da scontare agli arresti domiciliari. Piu' pesante il verdetto a carico del co-imputato di Suu Kyi, il 54enne statunitense John Yettaw, in tutto sette anni di lavori forzati: tre ancora per violazione delle leggi sulla sicurezza, altrettanti per immigrazione illegale nel Paese asiatico, e infine uno per violazione delle norme municipali sull'attivita' natatoria. Fu infatti a nuoto che lo scorso maggio il bizzarro personaggio raggiunse la villetta dell'assegnataria del premio Nobel per la Pace 1991, una modesta villetta in riva a un lago artificiale, alla periferia della vecchia capitale birmana Yangon, gia' nota come Rangoon. Suu Kyi lo ospito' per due notti a casa propria, secondo il regime in tal modo infrangendo i termini sulla base dei quali le erano stati concessi gli arresti domiciliari, condizione nella quale la 63enne numero uno della Lnd, la Lega Nazionale per la Democrazia, ha trascorso la maggior parte degli ultimi diciotto anni. Entrambi furono cosi' arrestati. Da allora Yettaw, che soffre di diabete, e' dovuto essere piu' volte ricoverato in ospedale, l'ultima una settimana fa, in preda a convulsioni di tipo epilettico; ieri comunque era stato dimesso e tradotto nuovamente in carcere.
Prima lo spavento di tre anni ai lavori forzati, poi come in un impeto di umanità, è arrivata la riduzione della pena. Così il popolo potrà dire che gli aguzzini che sono al potere, in fondo sono stati buoni, anche perchè, nella motivazione della sentenza c'è la violazione della sicurezza. Quindi grande motivazione, piccola sentenza, tutti contenti. La nuova condanna inflitta all’oppositrice birmana Aung San Suu Kyi scatena, però, le reazioni della comunità internazionale. In prima linea contro la sentenza, Bruxelles, che chiede la liberazione immediata della dirigente politica. Il premier svedese: “L’Unione Europea condanna questa decisione inappropriata e rinforzerà le sanzioni contro le autorità coinvolte in questo processo”. Il segretario dell'ONU Ban Ki-Moon si e' detto "profondamente deluso" dalla sentenza ed ha immediatamente convocato il Consiglio di sicurezza.
Aung San Suu Kyi, leader della Lega Nazionale per la Democrazia, ha trascorso 14 anni agli arresti domiciliari. Secondo i suoi sostenitori la sentenza vuole sempliemente impedirle di partecipare alle elezioni programmate nel 2010 dalla giunta militare.