"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

martedì 11 agosto 2009

Jack lo squartatore in sala operatoria.

Ormai è acclarato che in italia la politica è irrimediabilmente corrotta, dovunque si pesca bene. Ovunque ci metta lo zampino la politica, si gonfiano le spese, peggiorano i servizi, muore il territorio, sia dal punto di vista ambientale, sia umano, sociale, relazionale. Così accade se si decide di fondare una associazione, di avviare un'iniziativa. Ser si inserisce il cancro della politica, prima o poi tutto il resto viene soffocato. Un tempo la politica era discussione, passione, cultura. Oggi è sinonimo di corruzione. Ovunque si vedono possibilità di occupare poltrone, conquistare territorio, è diventata un'ossessione. Sarà perchè la politica ha sempre più bisogno di visibilità. I politici sono lontani dal paese reale, portano avanti solo i loro sporchi giochi di interesse, mentre la gente vive, si emoziona, si dispera, prescindendo dalla loro esistenza. Loro sono chiusi nella loro campana di vetro e non si rendono conto che fuori dalle loro torbide masturbazioni esiste un mondo che soffre e di cui loro dovrebbero alleviare le sofferenze, pensando a soluzioni normative tese a semplificare la vita dei cittadini. Ma così non è. Non lo è più ormai da troppo tempo. Guardo con invidia altre nazioni dove, certo, le cose non vanno benissimo, ma per difficoltà oggettive. I politici si sforzano di stare dalla parte dei cittadini, rischiano di persona e se sbagliano vengono espulsi dalla cerchia e, ove necessario, processati senza che nessuno alzi la voce contro la magistratura giustizialista. Qui invece il tiro al giudice è diventato uno sport nazionale, ora sdoganato anche dalle frange più estreme della sinistra ormai berlusconizzata. In America c'è un presidente che sta rischiando di persona per portare avanti quelle riforme che ritiene siano necessarie per il progresso e per la democrazia. Non so se ce la farà, ma la riforma sanitaria americana è qualcosa di epocale, forse più dell'abolizione della pena di morte, che potrebbe essere il passo successivo, se sopravviverà a questo terremoto. Qui invece niente, si pensa ad occupare poltrone. Ogni situazione è buona, comitati, commissioni, giunte, poltrone e poltroncine danno da mangiare a collaboratori trombati e compiacenti. E i soldi se ne vanno in mille rivoli, la spesa corre senza che alcun beneficio apprezzabile giunga alla percezione dei cittadini che sono costretti a confrontarsi tutti i giorni con servizi sempre più fatiscenti e spese quotidiane sempre più onerose, frutto dell'apparente diminuzione della pressione fiscale, voluta per tornaconto elettorale, ma che costringe, ad esempio, i comuni a truccare i semafori per incrementare i soldi delle multe. Siamo tutti vittime di spietati carnefici, come Jack lo squartatore in sala operatoria, di cui ci dovremmo urgentemente liberare. Col coraggio di perdere i nostri presunti privilegi nell'immediato per avere maggiori diritti e sicurezza nel futuro.

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