Egregio signor Sindaco,
Le scrivo per chiederle di avviare le procedure che portino a far installare, all’ingresso della nostra cittadina, il cartello “Comune denuclearizzato”.
Questa richiesta potrebbe apparire l’inutile formalizzazione di un sentimento neanche più tanto diffuso nella popolazione. D’altra parte vi è una martellante propaganda sui media nazionali, favorevole al nucleare, accompagnata dal silenzio pressocché generale dei cittadini e delle associazioni impegnate nei vari settori di rappresentanza.
Nel mio piccolo, però, io continuo a credere che la gente le centrali nucleari non le voglia e non solo perché oltre vent’anni fa c’è stato un referendum stravinto dal fronte del no. Quel referendum ormai non ha più valore, bisognerebbe farne un altro. Io credo, invece, che la gente sia contraria perché anche quelli che si dichiarano favorevoli non vorrebbero una centrale nucleare “nel proprio giardino”.
L’efficacia delle centrali nucleari è stata poi molto ridimensionata dal premio nobel per la fisica, Carlo Rubbia, un uomo costretto dai politici nazionali ad emigrare in Spagna per poter portare avanti le sue ricerche sullo sfruttamento dell’energia solare. Pensi che per avere un quantitativo di energia nucleare, pari al 30% di quella necessaria al fabbisogno nazionale, bisognerebbe costruire almeno 20 centrali in tutta Italia, una per ogni regione. Bisognerebbe chiedere finanziamenti alle banche con l’ipotesi di farli rientrare non prima di 40-50 anni. Bisognerebbe infine smaltire le scorie, che non è una questione da poco se si pensa al problema che è diventato lo smaltimento dei rifiuti in Italia. Senza contare che l’Italia è una nazione ad alto rischio sismico, per cui i siti idonei saranno quelli, come il Salento, che presentano una probabilità molto remota che vi si possa verificare un terremoto.
Allora, signor sindaco, dichiariamoci contrari, cominciamo noi. Poi quest’idea si può portare in sede di Grecìa Salentina, si può gettare un seme nella Provincia, nel Grande Salento e nella Regione. Già, anche nella Regione. Sono sicuro che anche lì troverà persone che comprenderanno il messaggio, visto che l’attuale governatore ha pubblicamente dichiarato che, per quel che riguarda l’energia, la Puglia ha già dato e semmai è in credito, non in debito.
Godiamoci senza paure la presenza delle pale eoliche, anche se a tratti impediscono di allungare la vista verso il mare. Promuova l’installazione dei pannelli solari sulle terrazze delle nostre abitazioni. Il sole e il vento, da queste parti, li conosciamo bene.
E soprattutto, signor sindaco, la prego, avvii le procedure per la installazione del cartello “Comune denuclearizzato”. Sarebbe il miglior biglietto da visita per turisti ed avventori. (pubblicato su "Corte Grande, periodico di informazione martanese, a distribuzione gratuita, anno IV, n. 33, giugno 2008)
Le scrivo per chiederle di avviare le procedure che portino a far installare, all’ingresso della nostra cittadina, il cartello “Comune denuclearizzato”.
Questa richiesta potrebbe apparire l’inutile formalizzazione di un sentimento neanche più tanto diffuso nella popolazione. D’altra parte vi è una martellante propaganda sui media nazionali, favorevole al nucleare, accompagnata dal silenzio pressocché generale dei cittadini e delle associazioni impegnate nei vari settori di rappresentanza.
Nel mio piccolo, però, io continuo a credere che la gente le centrali nucleari non le voglia e non solo perché oltre vent’anni fa c’è stato un referendum stravinto dal fronte del no. Quel referendum ormai non ha più valore, bisognerebbe farne un altro. Io credo, invece, che la gente sia contraria perché anche quelli che si dichiarano favorevoli non vorrebbero una centrale nucleare “nel proprio giardino”.
L’efficacia delle centrali nucleari è stata poi molto ridimensionata dal premio nobel per la fisica, Carlo Rubbia, un uomo costretto dai politici nazionali ad emigrare in Spagna per poter portare avanti le sue ricerche sullo sfruttamento dell’energia solare. Pensi che per avere un quantitativo di energia nucleare, pari al 30% di quella necessaria al fabbisogno nazionale, bisognerebbe costruire almeno 20 centrali in tutta Italia, una per ogni regione. Bisognerebbe chiedere finanziamenti alle banche con l’ipotesi di farli rientrare non prima di 40-50 anni. Bisognerebbe infine smaltire le scorie, che non è una questione da poco se si pensa al problema che è diventato lo smaltimento dei rifiuti in Italia. Senza contare che l’Italia è una nazione ad alto rischio sismico, per cui i siti idonei saranno quelli, come il Salento, che presentano una probabilità molto remota che vi si possa verificare un terremoto.
Allora, signor sindaco, dichiariamoci contrari, cominciamo noi. Poi quest’idea si può portare in sede di Grecìa Salentina, si può gettare un seme nella Provincia, nel Grande Salento e nella Regione. Già, anche nella Regione. Sono sicuro che anche lì troverà persone che comprenderanno il messaggio, visto che l’attuale governatore ha pubblicamente dichiarato che, per quel che riguarda l’energia, la Puglia ha già dato e semmai è in credito, non in debito.
Godiamoci senza paure la presenza delle pale eoliche, anche se a tratti impediscono di allungare la vista verso il mare. Promuova l’installazione dei pannelli solari sulle terrazze delle nostre abitazioni. Il sole e il vento, da queste parti, li conosciamo bene.
E soprattutto, signor sindaco, la prego, avvii le procedure per la installazione del cartello “Comune denuclearizzato”. Sarebbe il miglior biglietto da visita per turisti ed avventori. (pubblicato su "Corte Grande, periodico di informazione martanese, a distribuzione gratuita, anno IV, n. 33, giugno 2008)
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