"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

lunedì 23 febbraio 2009

Storie di ordinaria democrazia

Nella lontana Repubblica Democratica delle Banane c’è l’Ospedale Sanabene, una grande e bella struttura, governata da un Direttore molto sensibile alle esigenze dei cittadini.
Un giorno, il Direttore passeggiava nervosamente su e giù per il suo ufficio e non riusciva a darsi pace per via di una notizia sbattuta in prima pagina su tutti i giornali: la lista d’attesa per l’effettuazione delle campimetrie si era allungata a dismisura e lui ora temeva un richiamo dal Governatore per questa palese inadempienza. Senza dimenticare la gente, ovviamente. Settimane di attesa. Che fare?
Pensa che ti ripensa, il Direttore decise di convocare esperti, collaboratori, consulenti, bisognava trovare una soluzione. Che in breve tempo fu trovata, e pensare che era lì, a portata di mano: bastava assumere una nuova ortottista. Così fu indetto un concorso pubblico e in men che non si dica una nuova persona fu assunta al lavoro. Ora, però, c’era un altro problema da risolvere: la presenza di una sola macchina per due persone. Come fare?
Il Direttore questa volta passeggiò più nervosamente del solito, facendo un tondo sul tappeto persiano e finalmente, anche questa volta, trovò la soluzione: una persona avrebbe lavorato di mattina ed una di pomeriggio, si sarebbero fatti dei turni lavorativi, l’unica macchina presente sarebbe stata sfruttata a pieno regime e le due persone avrebbero avuto un po’ di soldi in più in busta paga per la corresponsione dell’indennità di turno. Tutti contenti e problema risolto, dunque?
Neanche per sogno. Intervennero i sindacati, sollecitati dalle ortottiste, che evidentemente il pomeriggio dovevano attendere al secondo lavoro, probabilmente in nero. Ed obiettarono che l’indennità di turno avrebbe rappresentato un costo per un’operazione che era stata annunciata a costo zero per l’azienda e che se tale incongruenza non si fosse risolta ci sarebbe stata una denuncia alla Corte dei Conti ed eventualmente alla Procura della Repubblica. Il Direttore, che di grane proprio non voleva sentir parlare, annullò subito l’ordine e ritornò a passeggiare freneticamente in su e in giù nel suo ufficio.
Eureka! Nel Piccolo Ospedale del Comune Vicino c’era un altro campimetro, praticamente inutilizzato da quando il nuovo Piano Ospedaliero ne aveva notevolmente ridotto le attività. Con due campimetri tutt’e due le ortottiste avrebbero potuto lavorare al mattino e quindi anche le esigenze sindacali sarebbero state rispettate.
A questo punto intervenne la politica. Il Governatore, infatti, aveva emesso un editto, in base al quale nulla doveva essere spostato dal Piccolo Ospedale del Comune Vicino, per non dare alla popolazione l’idea che questo stesse chiudendo. Su quel punto era stata vinta una campagna elettorale e non si potevano deludere le aspettative degli elettori. Neanche una spilla si poteva muovere.
Una soluzione alternativa poteva essere il trasferimento di una delle due ortottiste presso il Piccolo Ospedale del Comune Vicino e dividere le prenotazioni fra i due ospedali. Ma al Direttore vennero i brividi al solo pensiero di scatenare una nuova guerra di potere con chissà quale altra istituzione.
Alla fine, con senso delle istituzioni e una buona dose di coraggio, decise che l’unica soluzione possibile era lasciare le cose come stavano: due persone si sarebbero alternate, al mattino, nell’utilizzo di una sola macchina.
A fine anno, redasse una relazione dicendo che, con l’assunzione di una nuova ortottista, si erano ridotte le liste d’attesa, in quanto erano stati eliminati i periodi di vuoto dovuti alle normali assenze del personale. Il primario oculista propose addirittura un progetto obiettivo sulla futura, ulteriore riduzione delle liste di attesa. I sindacati non ebbero nulla da eccepire sull’impiego delle risorse pubbliche. I politici riuscirono a dimostrare alla gente che il loro intervento era stato salutare. I giornali fecero un bell’articolo sull’efficienza dell’ospedale Sanabene e sulle capacità amministrative del suo Direttore.
E i cittadini che, grazie alle schermaglie della stampa, erano riusciti appena ad intuire ciò che era successo? Continuarono a fare la fila per una campimetria, a comprare i giornali, perché bene o male bisogna aggiornarsi, a rimanere iscritti al sindacato, perché ce n’è sempre bisogno, e a partecipare numerosi alle elezioni, perché i politici prima o poi un favore te lo fanno. (pubblicato su "Corte Grande, anno V, n. 38)

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