"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

giovedì 19 febbraio 2009

Fiori nel deserto

Il 4 marzo dello scorso anno è morta a Roma Augusta Lagostena Bassi, più conosciuta come Tina. Avvocato, celebre per aver difeso i diritti di Donatella Colasanti contro Angelo Izzo nel famoso processo sul Massacro del Circeo. Una delle socie fondatrici del Telefono Rosa, dal 1994 al 1995 ha ricoperto il ruolo di Presidente della Commissione per le pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nella XII legislatura è stata eletta deputato nelle file di Forza Italia. Membro della Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati e coautrice, nel 1996, della legge contro la violenza sessuale, che rappresenta una svolta determinante nel settore delle violenze alle donne. Per la prima volta, infatti, lo stupro non è più considerato un reato contro la morale, ma diventa un reato contro la persona. Ma i più la conoscevano per le sue apparizioni televisive, tra le quali, le più importanti, quelle al fianco del giudice Santi Licheri, nel programma Forum.
Pochi giorni prima, il 22 gennaio 2008 era morto a Ravenna il senatore Arrigo Boldrini. Durante la Resistenza in Romagna, le sue spiccate capacità di stratega e la teorizzazione della "pianurizzazione" della guerra partigiana (fino ad allora immaginata possibile solo sulle colline o sulle montagne) gli valsero il soprannome di Bulow, in ricordo del famoso conte. Medaglia d’oro al valor militare, fu Segretario Nazionale e poi presidente onorario dell' A. N. P. I. Membro dell'Assemblea Costituente, venne eletto in più legislature nelle fila del PCI. Nel 1989 ha aderito al PDS e successivamente al Partito Democratico. Di lui ci rimane, nelle parole e nei fatti, un grande insegnamento morale: "Quando sei amministratore pubblico devi sempre agire nell'interesse dei cittadini che ti hanno eletto e che hanno avuto fiducia in te. Se per un solo attimo, mentre svolgi il tuo ruolo di rappresentante delle Istituzioni, senti di fare qualcosa per interesse tuo personale, abbandona tutto subito, perché quello non sarà più il tuo posto".
Queste persone hanno lottato per i diritti dei cittadini e per la libertà, una parola, quest’ultima, troppo spesso abusata dalla politica nazionale: dalla Margherita (Democrazia e Libertà), dalla Rosa Bianca (Libertà e Solidarietà), da Forza Italia (prima Casa delle Libertà, poi Popolo della Libertà). Tutta questa ostentazione mi fa pensare ad uno sforzo, da parte di tutte le forze politiche nazionali, di volerci convincere, senza che nessuno gli abbia chiesto nulla, che sono portatori di libertà.
Quella stessa che ci stanno silenziosamente sottraendo.
(già pubblicato su “Polis-crescita democratica”, anno 2, n. 5, agosto 2008).

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