Tutto cominciò nel 1999, quando venne fuori il baco del millennio, secondo il quale tutti i computer avrebbero dovuto impazzire. E giù spese folli per prevenire il disastro. Nel 2003 l’arrivo della SARS, la polmonite di origine asiatica, avrebbe dovuto provocare un’ecatombe, invece ha solo fatto intascare laute parcelle a esperti, commentatori e così via elencando. E l’aviaria, chi se la ricorda più? L’influenza trasmessa dagli uccelli avrebbe dovuto far impallidire le piaghe d’Egitto, ma è solo riuscita a far andare in crisi il mercato della carne aviaria e dei suoi derivati, garantendo lauti guadagni ai piazzisti di vaccini e farmaci antivirali di dubbia utilità. Infine i cambiamenti climatici tanto propagandati, ma per i quali nessuno muove un dito. Delle due l’una: o i politici del mondo sono degli incoscienti, troppo legati ai poteri forti, oppure le cose non sono come ci vengono prospettate. Magari la verità sta in un equilibrio ragionevole tra le due ipotesi. Infine è recentissima la paura che sta travolgendo intere popolazioni e mercati finanziari per la terribile crisi economica.
Queste notizie hanno il comune denominatore di generare insicurezza nella gente comune. Proviamo a capire il perché.
L’informazione del nostro tempo è fatta di spot, di titoloni. È raro vedere una persona leggere fino in fondo un articolo, non parliamo poi dei libri. Tutti corriamo verso mille impegni inutili, nessuno si ferma a riflettere, nessuno vuole approfondire. Pendiamo dalle labbra di pochi strilloni che orientano gli umori delle persone, speculando sull’inerzia generale. Come accade nelle dittature, più o meno mascherate, si è venuto a creare una sorta di circolo vizioso, in cui centri di potere forti producono volutamente disinformazione, da questa scaturisce l’ignoranza, la quale genera paura. E la paura, ovunque presente, non fa che rafforzare il potere.
Lo sforzo che tutti dovremmo fare, per spezzare questa catena, è quello di riservare sempre un posto privilegiato alla buona informazione, per avere sempre la piena conoscenza dei fatti e riprenderci la libertà che da troppo tempo ormai ci viene silenziosamente sottratta. Chi si asterrà da questo sacrificio necessario è destinato ad essere preda del sentimento degli ignoranti: la paura.(pubblicato su “Polis Crescita democratica, periodico a distribuzione gratuita in Martano (LE), nel Marzo 2008)
Queste notizie hanno il comune denominatore di generare insicurezza nella gente comune. Proviamo a capire il perché.
L’informazione del nostro tempo è fatta di spot, di titoloni. È raro vedere una persona leggere fino in fondo un articolo, non parliamo poi dei libri. Tutti corriamo verso mille impegni inutili, nessuno si ferma a riflettere, nessuno vuole approfondire. Pendiamo dalle labbra di pochi strilloni che orientano gli umori delle persone, speculando sull’inerzia generale. Come accade nelle dittature, più o meno mascherate, si è venuto a creare una sorta di circolo vizioso, in cui centri di potere forti producono volutamente disinformazione, da questa scaturisce l’ignoranza, la quale genera paura. E la paura, ovunque presente, non fa che rafforzare il potere.
Lo sforzo che tutti dovremmo fare, per spezzare questa catena, è quello di riservare sempre un posto privilegiato alla buona informazione, per avere sempre la piena conoscenza dei fatti e riprenderci la libertà che da troppo tempo ormai ci viene silenziosamente sottratta. Chi si asterrà da questo sacrificio necessario è destinato ad essere preda del sentimento degli ignoranti: la paura.(pubblicato su “Polis Crescita democratica, periodico a distribuzione gratuita in Martano (LE), nel Marzo 2008)
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