Ieri sono stato invitato a fare un intervento in occasione di un'assemblea di istituto presso il Liceo Scientifico "S. Trinchese" di Martano (LE). L'argomento era incentrato sulle tematiche di fine vita, con particolare riferimento al caso di Eluana Englaro e alla nuova legge sul testamento biologico, che è in discussione in parlamento. Qui di seguito propongo il contenuto di due delle slides presentate, in cui viene riportato il pensiero di un illustre teologo italiano, il prof. Vito Mancuso. Queste parole mi sembrano significative e meritevoli di riflessione da parte di tutti, in quanto costituiscono sicuramente un punto di partenza valido per qualunque discussione sul tema. Buona lettura!
“Il punto è ragionare laicamente. Qui non si tratta di etica, si tratta di diritto. Prendiamo coscienza che nella nostra società ormai convivono diverse concezioni del mondo e quindi diverse etiche. Il diritto, d’altra parte, non può che essere unico e valido per tutti. Allora è lecito decidere per sé, non per gli altri. Io personalmente sono contrario che si interrompa l’alimentazione ad Eluana, ma la tragedia nella tragedia si dà proprio per l’assenza di un documento giuridicamente valido che ci dica la sua volontà: non sappiamo come la pensi lei. Per questo c’è bisogno del testamento biologico come strumento di libertà. Ma che potrei fare da credente? Ciò che per me può essere edificante, avere un senso, per un altro magari è una tortura. L’etica, per definizione, non si impone. Dio ci ha voluto liberi, perché senza libertà non c’è amore. Penso a quello che disse il cardinale Carlo Maria Martini: <>.
E dove si dà questo principio di dignità se non nel rispetto delle convinzioni altrui?"
E dove si dà questo principio di dignità se non nel rispetto delle convinzioni altrui?"
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