"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

giovedì 26 febbraio 2009

Io, i ragazzi del liceo e le parole di Mancuso.

Ieri sono stato invitato a fare un intervento in occasione di un'assemblea di istituto presso il Liceo Scientifico "S. Trinchese" di Martano (LE). L'argomento era incentrato sulle tematiche di fine vita, con particolare riferimento al caso di Eluana Englaro e alla nuova legge sul testamento biologico, che è in discussione in parlamento. Qui di seguito propongo il contenuto di due delle slides presentate, in cui viene riportato il pensiero di un illustre teologo italiano, il prof. Vito Mancuso. Queste parole mi sembrano significative e meritevoli di riflessione da parte di tutti, in quanto costituiscono sicuramente un punto di partenza valido per qualunque discussione sul tema. Buona lettura!
“Il punto è ragionare laicamente. Qui non si tratta di etica, si tratta di diritto. Prendiamo coscienza che nella nostra società ormai convivono diverse concezioni del mondo e quindi diverse etiche. Il diritto, d’altra parte, non può che essere unico e valido per tutti. Allora è lecito decidere per sé, non per gli altri. Io personalmente sono contrario che si interrompa l’alimentazione ad Eluana, ma la tragedia nella tragedia si dà proprio per l’assenza di un documento giuridicamente valido che ci dica la sua volontà: non sappiamo come la pensi lei. Per questo c’è bisogno del testamento biologico come strumento di libertà. Ma che potrei fare da credente? Ciò che per me può essere edificante, avere un senso, per un altro magari è una tortura. L’etica, per definizione, non si impone. Dio ci ha voluto liberi, perché senza libertà non c’è amore. Penso a quello che disse il cardinale Carlo Maria Martini: <>.
E dove si dà questo principio di dignità se non nel rispetto delle convinzioni altrui?"

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