"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

martedì 27 marzo 2012

Il Papa e il marxismo.

E' di questi giorni la notizia che il Papa è a Cuba, in visita ufficiale, dopo essere stato anche in Messico. Prima di partire, o comunque mentre era nel viaggio di andata, ha affermato che il marxismo è superato e non ha più ragione di essere nella storia del mondo, o qualcosa del genere.

Ora, io non dico che il Papa debba tessere le lodi del marxismo ateo, certamente e giustamente non può essere così. Bisogna però far notare al Papa che l'alternativa al marxismo, non nei suoi aspetti religiosi, ma nei suoi aspetti economici, è il capitalismo, che tante vittime sta mietendo nel mondo, a dispetto della fede che anima i suoi sostenitori. Io credo che la ricchezza del mondo non sia infinita, né incrementabile. La ricchezza del mondo è immodificabile e ne spetta un pezzo ciascuno a tutti gli abitanti del pianeta. Da questo deduco che, se uno prende più di quello che gli spetta, a qualcun altro spetterà meno. Un po' come i polli della statistica, che se tu mangi dieci polli e io ne mangio zero, ne mangiamo cinque a testa. Allora io non dico che tutti dobbiamo mangiare cinque polli, ma a tutti deve essere garantito di mangiarne almeno uno, mentre a chi vorrebbe appropriarsi di tutti i polli bisognerebbe dire che non gliene spettano più di un tot, perché anche agli altri ne spettano un tot. Non credo che ci sia nulla di male a porre questi vincoli nello sviluppo dell'economia globale. Ci sarebbe anzi una migliore distribuzione del denaro e, possibilmente, del lavoro. Certo, perché se uno non può guadagnare più di un tot, evita di lavorare più di un tot, lasciando un po' di lavoro anche agli altri. Chissà cosa aspettano il Papa e gli altri potenti del mondo a regolamentare la libertà indiscriminata dell'uomo in favore di una più salutare libertà vigilata.

Forse il Papa avrebbe dovuto chiarire meglio il suo pensiero e fermarsi agli aspetti religiosi, senza dare fiato a chi ritiene di poter disporre in maniera indiscriminata della ricchezza del mondo a dispetto degli altri e soprattutto dei principi della solidarietà di cui le religioni del mondo sono pregne.

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