"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

lunedì 10 maggio 2010

L'avvento dei barbari

Credo che abbia ragione Scalfari, quando dice che la nostra epoca è post-moderna. C'è stata l'epoca dei moderni, che è durata all'incirca dalla scoperta dell'America fino ai giorni nostri, ed ora sta iniziando una nuova epoca, con l'intermezzo delle azioni da parte dei contemporanei. Per far capire questo concetto, il noto giornalista, ha paragonato questa epoca alla fine dell'impero romano, che durò all'incirca un secolo. In quel periodo, a dare la spinta risolutiva, ci pensarono i barbari, con le loro invasioni e con il loro linguaggio, completamente diverso nei modi e nei costumi, dalle abitudini usuali del periodo florido dell'Impero. Tutto finisce, e questo è anche il destino dell'era moderna, con una coda di intellettuali che difendono il vecchio stile, che inesorabilmente tramonta, dagli assalti dei contemporanei, impegnati a distruggere per creare inconsapevolmente spazio alla nuova epoca che verrà. Questo in sintesi ha detto Eugenio Scalfari nella presentazione del suo libro. Personalmente ho avuto modo, se ancora ce ne fosse bisogno, di toccare con mano questo contesto, l'altra sera, mentre ero ad un convegno sulla giustizia. E' stata una serata gradevole, rovinata solo nel finale, da un signore che non ho il dispiacere di conoscere personalmente, credo si trattasse di un avvocato, ma potrei sbagliarmi e comunque non ha importanza in questa sede. Quello che conta è che quel signore, alle soglie dell'età anziana, parlava animatamente, dicendo frasi vuote, di quelle che si sentono dire in continuazione nei telegiornali, senza aggiungere nulla di nuovo alla serata. Parlava con una tale enfasi, che riusciva perfino a raccogliere gli applausi di una parte dei presenti. In quel momento ho visto i comizi di certi politici, che dicono senza dire e riscuotono successo. E' vero, basta poco, un po' di enfasi, per scuotere la platea sonnacchiosa. In quelle parole e in quegli applausi ho rivisto i barbari che distruggevano l'informazione e la cultura che un popolo in cammino aveva faticosamente conquistato nell'arco di quattrocento anni. Ho rivisto le azzuffate dei politici in TV, la vuotezza di principi e di cultura che tutto questo esprime.
Ho ribattuto, a quel signore, almeno un paio di cose fondamentali, ma temo che né lui, né chi lo applaudiva hanno capito il senso del mio intervento.

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