"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

lunedì 31 maggio 2010

L'articolo 77 della Costituzione

Mai nella storia dell'Italia repubblicana era accaduto un così frequente e palese attentato alla carta Costituzionale da organismi preposti a difenderla e a rappresentarla. Tutto quello che accade oggi davanti ai nostri occhi, nel silenzio della stampa e degli altri organi istituzionali di controllo, è sconcertante.
All'inizio l'attuale capo dello stato aveva iniziato una pratica inusuale e sconosciuta ai suoi predecessori, la moral suasion. Cioè a dire che il governo preparava provvedimenti abbastanza discutibili, tanto che alcuni di essi sono stati anche bocciati dalla Corte Costituzionale. A quel punto del provvedimento veniva avvertito in maniera informale il capo dello stato, il quale ammoniva il governo che in quel modo mai e poi mai il provvedimento sarebbe stato firmato. Così la norma veniva corretta secondo le intenzioni del presidente della repubblica, il quale, avendo partecipato alla stesura, non poteva rifiutarsi di firmarla, anche se palesemente incostituzionale. Ma evidentemente l'appetito vien mangiando, così, dalla moral suasion, si è passati ad una vera e propria presa di responsabilità da parte del presidente della repubblica nella redazione di una norma, cosa che sovverte tutti i dettami istituzionali, tanto che lo stesso Napolitano ebbe a dichiarare in un momento di lucidità istituzionale "Quando il parlamento lavora il presidente della repubblica tace." Ma ancora non basta, perché, se è vero come è vero che in Italia non esiste il regime, è anche vero che un regime si può instaurare anche in maniera silente, strisciante, senza che nessuno se ne accorga e senza che nessuno ne parli. Così, un mattino ci sveglieremo e ci accorgeremo che forse ci siamo spinti un po' troppo in là, rispetto ai dettami della nostra Costituzione e, siccome sarà uscito troppo dentrificio dal tubetto, sarà troppo difficile riuscire a farlo rientrare. L'articolo 77 della Costituzione così recita: "... Quando, in casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo adotta, SOTTO LA SUA RESPONSABILITA', provvedimenti provvisori con forza di legge, deve IL GIORNO STESSO presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni ..." Questo significa che il provvedimento della manovra finanziaria è in giro da quasi una settimana e nessuno si è sognato di pubblicarlo, ma c'è un gioco al rimpiattino, una negoziazione estenuante, con il capo dello stato, senza che nessuno, neanche i ministri del governo, vengano messi a conoscenza dei contenuti, tanto che ancora oggi Bondi strepita per i tagli al suo settore, di cui non era stato avvertito. E tutto questo nel silenzio assordante dell'informazione. La verità è che questo governo non vuole prendersi le proprie responsabilità, scarica ai precedenti governi responsabilità che sono tutte sue proprie e scarica ad altre istituzioni, non ultimo il presidente della repubblica, oneri che competono solo a lui.

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