"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

venerdì 22 gennaio 2010

Due parole sullo strano comportamento del nostro capo di Stato.

Proprio strano, il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Aveva cominciato bene, sembrava destinato ad un buon settennato, anche migliore di quello già buono del suo predecessore. Era riuscito, fin dalle prime uscite pubbliche, a dare una connotazione politica, quasi da repubblica presidenziale, alla sua presidenza, caratteristica che Ciampi non poteva avere. Poi il suo astro cominciò ad incrinarsi, con uscite del tutto banali, raccomandazioni, o moniti, come vengono chiamati, sibillini e, per certi aspetti, pleonastici. Da qui la definizione di Morfeo da parte di Beppe Grillo. E Morfeo, l'uomo che fa venire il sonno, ha proseguito con discorsi di Capodanno noiosi la sua discutibile azione. Poi, ad un certo punto, c'è stato il salto di qualità. Il PDL si scaglia contro il CSM, di cui lui è il presidente, e la provocazione cade nel vuoto. Mi riferisco a Gasparri, una perla del firmamento politico italiano, che apostrofò il CSM con la parola 'cloaca'. Silenzio. Ancora, ad un certo punto scoppia la cosiddetta guerra tra procure. Che i più informati sanno che guerra non è. Semplicemente si tratta della procura che ha potere su un'altra procura, che chiede a quest'ultima di fornire i fascicoli di un'inchiesta. Mi spiego meglio. Se il giudice di una procura è indagato, la competenza è del giudice di una procura precisa e c'è in Italia tutta una serie di cascate tra procure per cui una ha la competenza su un'altra. E così è successo tra Salerno e Catanzaro. Sapete che cosa ha fatto il nostro? Invece di redarguire la procura che non voleva fornire gli atti processuali, si è schierato con quanti gridavano alla guerra, aumentando la confusione istituzionale.
Non dimentichiamoci, poi delle firme indiscriminate a leggi palesemente incostituzionali. Celebre è rimasta la spiegazione data ad un cittadino che gli rendeva conto di quelle firme. Gli rispose che, se l'avesse rimandata indietro senza firmarla, gliel'avrebbero rimandata tale e quale e allora avrebbe dovuto firmarla per forza, in ragione di un disposto costituzionale. Roba da restare allibiti. L'unica volta che non ha firmato è stato nel caso Englaro, ma in quel caso inaugurò una pessima pratica, quella della moral suasion. Avvertì prima chi stava lavorando alla legge, che così non andava bene, contraddicendo ogni protocollo istituzionale che vuole che il Presidente 'taccia quando il parlamento lavora' (sono addirittura parole sue). Loro la presentarono e lui, puntualmente la fulminò.
Infine la ciliegina sulla torta della riabilitazione di Craxi. Non dimentichiamo che Napolitano era, insieme a Bondi, un esponente dell'ala migliorista del PCI, che cercava di migliorare il rapporto tra comunismo e capitalismo e, nell'immediato, con i craxiani, in un periodo in cui si sapeva che erano state avviate indagini della magistratura in merito a un giro immane di tangenti. Infine la chicca. Napolitano possedeva una rivista, Il Moderno, finanziata, tra gli altri, da Fininvest, Mediolanum e Publitalia che, data l'inconsistenza editoriale, aveva bisogno di robusti finanziamenti. Senza contare che Giorgio Napolitano era presidente di una commissione per il riordino televisivo che, guarda caso, non produsse nulla.
Beh, credo che ce ne sia abbastanza.

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