Sono stato in chiesa, il giorno di Pasqua, per ascoltare la santa messa. Sempre, ogni domenica, sono un credente. Ma l'omelia di ieri, come a volte accade, mi è rimasta sul gozzo e non va giù. Mi chiedo, sono io o sono loro? Il sacerdote ha parlato di aborto e di eutanasia, vaneggiando sul fatto che i politici dovrebbero legiferare contro questi mali dell'umanità. Qualcuno potrebbe dire che non ha torto, che in fondo il sacerote queste cose le deve dire, non può fare diversamente. Personalmente non la penso così. Io credo che la Chiesa debba limitarsi ad educare la società, i sacerdoti ci devono dire cosa è giusto e cosa non lo è. Io credo che Dio, nella sua infinità bontà ci ha fatto liberi di scegliere il bene e il male. Nulla è impossibile a Dio, e se egli avesse voluto ci avrebbe fatto tutti buoni e nel mondo non ci sarebbe stato il dolore e la sofferenza. Così non è, nel mondo c'è la brava gente e ci sono i mascalzoni. E a questi si deve rivolgere la Chiesa per cercare di convincerli che sbagliano e riportarli all'ovile. Ma poi il ruolo finisce e la Chiesa non deve più intervenire. La politica deve tutelare tutti, credenti e non credenti, cattolici, ebrei, musulmani, buddisti, atei, tutti. Se un ateo decidesse di morire per le terribili sofferenze cui è costretto da una lunga malattia che non gli lascia scampo, perchè non dargli tale possibilità. Così l'aborto, se una donna rischia la vita o fosse in una situazione limite per la quale dovesse decidere per l'aborto, perchè non darle tale possibilità? Ripeto, io non sono per l'aborto o per l'eutanasia, ma credo che chiunque deve poter decidere in piena autonomia, avendone gli strumenti. La gente deve essere informata e responsabilizzata, poi ognuno decide secondo coscienza. In definitiva, non mi è sembrata una buona omelia quella di ieri, e proprio nel giorno della massima espressione del cristianesimo.
"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)
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