"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

martedì 27 aprile 2010

La nuova cultura mediatica.

I Tg ci informano che fa caldo quando sentiamo caldo e che fa freddo quando sentiamo freddo. Inoltre ci informano sulle sforbiciate ai prezzi di abiti e maglioni nel periodo dei saldi, ma sono molto più restii ad informarci sui temi della malnutrizione o agli ostacoli sulla strada del reperimento di risorse per il Global Fund. Per non parlare delle malattie tropicali dimenticate, che minano la salute di 400 milioni di persone nel mondo ma che si trovano in un totale cono d'ombra informativo. Le notizie dedicate a queste patologie sono pari a zero, mentre di influenza suina, in soli 9 mesi, si è parlato in ben 1.337 notizie. Questi alcuni dati contenuti nel Rapporto di Medici senza frontiere sulle crisi dimenticate: anche quest'anno l'associazione stila una provocatoria 'top ten' sulle vicende umanitarie più gravi ma spesso del tutto ignorate dai media. Tra queste si fanno spazio anche la guerra nella Repubblica democratica del Congo, il conflitto nello Sri Lanka e in Yemen. Le condizioni drammatiche per le popolazione del Sudan, i civili intrappolati nella morsa della violenza in Pakistan, come in Somalia e in Afghanistan, dove l'accesso alle cure per i civili è estremamente difficoltoso. Si parla di Aids e di malnutrizione, denuncia ancora il Rapporto, solo in caso di vertici internazionali o di visite del Pontefice in Africa. E se dalla fotografia scattata da Msf i tg escono con le ossa rotte, i quotidiani non se la cavano di gran lunga meglio. La dice lunga il fatto che di fame nel mondo le prime due testate italiane, il Corriere della Sera e la Repubblica, abbiano parlato in meno di 20 articoli (rispettivamente 18 e 14 'pezzi') nell'arco di un intero anno. Eppure, ogni anno, da 3,5 a 5 milioni circa di bambini muoiono per cause legate alla malnutrizione: un decesso ogni sei secondi. A sorpresa, nella classifica stilata quest'anno da Msf, entra anche l'Afghanistan, il contesto di guerra in assoluto più rappresentato dai tg (1.632 notizie), «ma con due focus principali - spiega Kostas Moschochoritis, direttore generale di Msf - uno italiano, ovvero inerente la missione militare, e l'altro statunitense o più prettamente occidentale. Delle condizioni in cui vive la popolazione o di un sistema sanitario in ginocchio si parla poco, se non per nulla». Dall'analisi realizzata dall'Osservatorio di Pavia sulle dieci crisi individuate da Msf, emerge che le notizie sulle crisi umanitarie nel 2009 sono state il 6% del totale (5.216 su 82.788), un dato identico a quello del 2008 ma sempre in linea con il calo di attenzione prestato alle aree di crisi in questi anni (il 10% nel 2006 e l'8% nel 2007).

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