"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

giovedì 17 dicembre 2009

Si riparte col biotestamento e, pare, c'è un piccolo passo avanti

"E' una legge con una grande valenza etica, ma non una legge religiosa. Credo che la divisione tra finiani e non finiani debba cadere" alla luce "dei miei emendamenti al testo base, che vanno a tutto beneficio dei cittadini". Il relatore del ddl sul biotestamento a Montecitorio, Domenico Di Virgilio, si mostra ottimista sul cammino del provvedimento alla Camera dei Deputati, e sulla possibilità di ricomporre le divisioni sul testo emerse ormai anche tra le fila del Pdl, partendo dai dubbi manifestati dal presidente della Camera Gianfranco Fini e dagli uomini a lui più vicini. Incalzato dai giornalisti a margine del convegno capitolino dal titolo 'Testamento biologico: menzogne e verità', Di Virgilio è fiducioso sul consenso che potrebbero raccogliere le sue proposte di modifiche al ddl. "Senza peccare di presunzione mi sembrano emendamenti migliorativi - afferma - e che possono essere considerati trasversali ai diversi schieramenti". In particolare, il relatore del testo sottolinea l'emendamento "in cui si dà la possibilità di sospendere idratazione e alimentazione artificiali quanto non hanno più motivo di esistere", ovvero quando il medico, "in condizioni si scienza e coscienza", accerta lo stato terminale per il paziente. Una proposta di modifica, tuttavia, che non cambia la posizione della maggioranza sui casi come quello di Eluana Englaro. "Con questa legge - precisa Di Virgilio - la ragazza non sarebbe morta. Il suo, infatti, era un caso di disabilità grave, e questa non può diventare una discriminante per decidere se una vita vada o meno vissuta".
E' solo un bicchiere d'acqua nel deserto, ma meglio di niente, aspettiamo fiduciosi l'approdo in aula, poi si vedrà

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