"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

mercoledì 2 dicembre 2009

Basta con la politica mafiosa del ricatto

Ho letto in questi giorni un'intervista a Casini, credo su L'Espresso, in cui Piercasinando, come ormai viene definito da molti, definizione che io condivido, parla quasi col tono dello statista. A leggere le sue dichiarazioni sembra quasi di avere a che fare con un pacato uomo politico, un saggio che dice cose sagge. Poi uno si estranea dall'ambiente italiano e immagina come avrebbero reagito, ad esempio, in Germania, alle sue dichiarazioni. Ora io non ricordo le parole esatte, ma lui afferma che per il Presidente del Consiglio ci vuole una sorta di soluzione politica. Cioè, per dirla in soldoni, se non si può legalizzaziore il Lodo Alfano, se non si può ammettere nessun'altra soluzione che abbia il carattere della decenza, vista anche la minaccia di uno schifo di processo breve, allora bisognerebbe ricorrere a soluzioni tipo il legittimo impedimento, o qualcosa di simile, pur di sbloccare lo stallo attuale e giungere ad una sua sconfitta di questo governo sul piano politico, sulla base delle cose che farebbe, o che non riuscirebbe a fare, se fosse libero dagli impegni e dalle preoccupazioni che gli danno continuamente i magistrati.
In linea dui massima questo può apparire un ragionamento di buon senso. Il Presidente del Consiglio non vuol farsi processare, perché evidentemente ha i suoi buoni motivi, e non dico altro. In virtù di questo blocca tutta l'attività del governo e del parlamento, blocca le riforme necessarie al Paese, blocca tutto finché non gli si trova una soluzione politica ai suoi problemi. E tutto questo accade anche perché nesuno è in grado di fornire, in questa profonda crisi politica che sta attraversandio l'Italia, un'alternativa valida al peggiore governo degli ultimi 150 anni. Allora io, ribadendo quello che ho già affermato in altri post su questo blog, dico che ognuno deve fare il proprio mestiere, i magistrati devono fare i magistrati, cioè devono perseguire tutti coloro che commettono reati. I politici devono fare i politici cercando soluzioni per i cittadini e così via i giornalisti e tutti gli altri soggetti coinvolti, tenendo sempre, come riferimento, il benessere della società e quindi dei cittadini singoli. In quest'ottica, le parole di Casini suonano come quelle di chi vuole aggiustare le cose, in pieno stile doroteo, che tanto ha il sapore dell'insinuante e del mafioso, sì perché, se ci troviamo in questa pessima situazione, lo dobbiamo proprio alla creazione di un sistema retto da persone ricattabili, che aggiustavano le cose. Io credo che il premier si debba vedere i propri conti con la giustizia in privato, da privato cittadino, altrimenti bisognerebbe giustificre i tifosi che picchiano i poliziotti, i no global che distruggono le vetrine, così come i politici che rubano o fanno di peggio. Ognuno deve poter essere giudicato per quello che fa, indipendentemente dal contesto in cui lo fa, tutto il resto è mafia. La politica deve avere il coraggio di dire di no alla mafia anche a costo di far crollare tutto questo sistema di cartapesta. Perché, come disse Montanelli, da questo premier ci dobbiamo vaccinare e quale miglior vaccino agli occhi dei cittadini, del crollo della sua operatività, della distruzione completa delle istituzioni e dell'inizio auspicato di un nuovo ciclo di non ricattabilità.

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