"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

giovedì 3 novembre 2011

La paura di morire

Non credo che il presidente del consiglio farà un passo indietro. e non perché si tratti di lui in particolare. Neanche perché nel mondo ci sono esperienze di persone che, anche a fronte di critiche feroci, sono rimaste al loro posto fino alla fine e mi riferisco ai grandi dittatori del passato, anche recente (Hitler, Mussolini, Ceaucescu, Gheddafi, ecc.). Per quel che riguarda il nostro premier, il discorso è un altro e riguarda, secondo me, una caratteristica tutta italiana, cioé la paura della morte. Mentre nel mondo democratico, al smplice apparire di uno scandalo, anche di poco conto, le persone interrompono immediatamente la propria carriera politica con le dovute dimissioni, per il bene del partito o del Paese, nessun italiano si è mai dimesso da niente. Non esistono scandali, imputazioni di reato, successioni di carriera, ricambi fisiologici, niente e nessuno può portare un italiano alle dimissioni. Ne sono testimonianza le vicissitudini di Villari, con il caso della Commissione di vigilanza RAI, o la più recente vicenda di Bini-Smaghi alla Banca Europea. La poltrona non si lascia mai vuota e molto didattica in questo senso è la vignetta odierna proposta da Giannelli, credo su Repubblica, in cui compare un presidente del consiglio che si reca al vertice di Cannes con la poltrona attaccata al sedere.

In Italia non si dimette nessuno e in questa direzione va anche la proposta di legge sul testamento biologico. Che c'entra, direte voi. C'entra. Nessuno deve morire, nessuno si deve dimettere dalla vita, per legge. Un sondino verrà presto imposto a tutti i malati terminali, finché morte non li separi, con il beneplacito di un plotone fatto di bigotti ed ipocriti pseudocredenti che molto hanno a che fare con il rafforzamento del potere temporale della Chiesa e molto poco hanno invece a che fare con l'autentico messaggio di libertà di scelta, amore e pietà cristiana lasciatoci in eredità dai testi sacri.

Nessun commento:

Posta un commento