"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

giovedì 3 novembre 2011

Memoria storica.

Ma dove crede di andare Paniz, dopo che ha approvato ogni porcheria? Davvero lui, e tutti quelli come lui, credono di potersi defilare dopo aver giurato e spergiurato che Ruby era la nipote di Mubarak, dopo aver difeso in ogni occasione l'indifendibile?

Io non credo che ci possa essere un posto politico adeguato ad accogliere questa gente. Paniz, come Capezzone, Alfano e giù giù fino ai vari trombettieri di regime, Fede, Sallusti, Ferrara, dovrebbero avere il coraggio di ammettere pubblicamente che hanno sbagliato a fidarsi di un impresentabile imbonitore. Ma la memoria degli italiani, è vero, è molto corta. Magari un giorno, dopo apprezzabili quanto ignobili piroette, vedremo le stesse facce ai vertici delle istituzioni senza che nessuno proferisca parola sul loro passato. D'altronde è già successo. I craxiani Cicchito, Brunetta, Frattini, Sacconi, sono sempre lì, ai posti di comando, essendo passati con disinvoltura e sprezzo del ridicolo dalla prima alla seconda repubblica, continuando a raccontarci in tutti questi anni che loro erano il nuovo e il resto era vecchio. Dimenticando, inoltre, che Cicchitto era la tessera n. 2232 della loggia P2, i cui componenti sono finiti sotto processo.

Si defilano, dunque. Va via Antonioni, diventano critici Paniz, Stracquadanio e un piccolo plotone di parlamentari, bollati come traditori, parola di fascistiana memoria, dagli house organs di regime. Crolla tutto, insomma, nelle istituzioni e nel Paese. Alluvioni, fango, Pompei, governo, mercati finanziari. Tutto.

Mi auguro solo che gli italiani possano ricordare per molti anni i nomi e i cognomi dei responsabili di questo sfascio. Uno sfascio che non è solo economico, ma anche istituzionale, morale, sociale. Ma soprattutto mi auguro che gli italiani imparino a non mettere più il proprio destino nelle mani di un uomo solo ed imparino a crescere e a far diventare l'Italia una democrazia compiuta. Anche perché è dal 1922 che la storia continua a mandarci avvertimenti inequivocabili.

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