"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

martedì 27 luglio 2010

Dov'è la verità?

Dov'è la verità. Bella domanda. Me lo chiedo ogni volta che esco da una chiesa, soprattutto se ascolto l'omelia di un prete appassionato, fiducioso e certo, almeno all'apparenza, dell'esistenza dell'Altissimo. Dov'è la verità, qual'è se un sacerdote mi dà una spiegazione e un altro sacerdote me ne dà un'altra. E dov'è se lo stesso sacerdote, nella stessa omelia, mi dice due cose apparentemente contraddittorie. Da ieri mi ronzano nella mente questi interrogativi, anzi, per la precisione, da domenica sera. Oggetto del dubbio l'omelia della messa domenicale, naturalmente.
Tempo fa avevo partecipato ad un pellegrinaggio a S. Giovanni Rotondo, terra di Padre Pio. In quell'occasione discutevo con mia moglie sull'opportunità o meno, da parte nostra, di chiedere grazie ad un santo, soprattutto per se stessi. Il sacerdote che accompagnava il gruppo, sentendoci discutere, decise di dire la sua, sollecitato, per la verità, da mia moglie. Disse che la disponibilità di Dio è infinita, non toglie nulla a nessuno se dà qualcosa a noi, quindi bisogna chiedere se si vuole ottenere.
Domenica il sacerdote, un altro, nel corso dell'omelia, ha sottolineato le parole di Gesù che aveva usato il termine cattivi per descrivere coloro che avevano chiesto per se. Cattivo deriva da catturare, cercare di ottenere per se stessi, essere egoisti. Così noi diciamo Dio mio, Madonna mia, per sottolineare il desiderio di possedere la divinità, solo nel momento del biosogno e non per amore incondizionato. Quando ci serve, andiamo di santuario in santuario, cercando egoisticamente di ricevere per intercessione le santo di turno il miracolo che tanto ci farebbe comodo.
Io credo di aver capito che si deve pregare sempre e si deve chiedere sempre. Ma la preghiera, lungi dall'essere un bancomat di miracoli, deve essere considerata un conforto, soprattutto quando si chiede per se stessi. Ma ho paura che queste siano le mie solite vie di mezzo, di fronte alle apparenti contraddizioni che percepisco. Per questo ritengo che la verità sia ben lontana dalle mie personali convinzioni e continuo imperterrito a cercarla.

Nessun commento:

Posta un commento