"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

giovedì 21 febbraio 2013

La bellezza del Movimento 5 Stelle

C'è un'aria nuova nei rapporti fra le persone. Lo dico per esperienza personale. Un tempo passavo il tempo a litigare con i miei amici, per attaccare questo o quel politico, in base, non all'idea ma alla sua presunta onestà, che era più o meno limpida rispetto ad un altro. Ci si accapigliava, trascurando che, dietro le quinte, questo e quel politico passavano il tempo insieme a studiare nuove leggi da propinarci a dispetto delle nostre esigenze e soprattutto a tutela dei loro interessi. Noi cercavamo di scusare questo o quell'atteggiamento, litigando fra di noi, per difendere il meno peggio, le nostre ideologie, i valori che ciascuno aveva sempre coltivato, per convinzione personale o addirittura per eredità familiare. Trascuravamo, nella nostra foga,  di considerare ciò che succedeva veramente nelle stanze dei bottoni. Sì, perché in quelle stanze la corruzione delle idee, prima che gli interessi privati, avevano preso il sopravvento. Ma noi no, il popolo italiano continuava a litigare, convinto com'era che non si può lasciare la strada vecchia per la nuova, è troppo rischioso, meglio difendere il meno peggio, guardarsi in cagnesco con amici, parenti e conoscenti. Meglio non fidarsi di nessuno e difendere l'orticello.
Da un po' di tempo invece l'aria sta cambiando. La gente vuole sapere, chiede conto, grazie ad internet c'è più informazione. Per questo cercano di non farcelo usare come si deve. La gente comincia ad infischiarsene delle ideologie e lotta per le idee, propone, finalmente è scettica verso la vecchia nomenclatura, con le dovute eccezioni, che sono ancora regola, del voto di scambio. Lentamente la nuova coscienza popolare ha partorito un'onda, un desiderio. Sì, perché è da questo che nasce il fenomeno del Movimento 5 Stelle. Da un desiderio. Certo Grillo è abile, ha lavorato anni per raggiungere i risultati che in questi giorni sono sotto gli occhi di tutti. Sicuramente la crisi mondiale ha accelerato questo fenomeno. Ma la bellezza di quello che accade sta nel fatto che la gente non litiga più. Persone che un tempo si professavano di destra o di sinistra, ora si dichiarano convinti che bisogna togliere molto danaro a chi ha molto potere. Che è ora di finirla con la spremitura di limoni esangui. Che bisogna avere più diritti come avviene in qualunque Paese civile. Poi si discuterà sul cosa e sul come, ma ora gli obiettivi sono univoci, la gente ci crede, gli occhi sono finalmente ridenti. E' questo che deve aver visto Dario Fo in piazza Duomo a Milano. Il paragone con quel lontano 25 aprile deve essere consistito in questo, nella percezione che la gente è finalmente libera di decidere oltre le ideologie che incatenavano le idee. Finalmente siamo una comunità di persone che vogliono raggiungere gli stessi obiettivi. Il benessere comune che si contrappone al benessere di pochi privilegiati. Crediamoci andiamo fino in fondo e il sogno potrà diventare realtà.

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