Ci sono notizie che coinvolgono tutti con la loro carica emotiva, grazie anche alle aspettative di cui vengono caricate nel percorso evolutivo. E poi ce ne sono altre che arrivano, sorvolano le nostre teste come meteore e passano, quasi inosservate, nonostante la forza propulsiva e l'energia vitale di cui sono portatrici.
Stiamo vivendo un momento fantastico della nostra vita. Un momento talmente straordinario che riesce a far passare in secondo piano una campagna elettorale, certamente vuota di contenuti, ma pur sempre una campagna elettorale che potrebbe rappresentare una svolta nella storia della nostra repubblica.
La notizia di cui voglio parlare, che fa il paio con quella postata e commentata qualche giorno fa, riguarda la sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani che ha sancito la sconfitta del governo italiano, quello dei tecnici, nei confronti di una coppia che, essendo portatrice sana di fibrosi cistica, aveva chiesto la diagnosi preimpianto. Tale procedura è vietata dalla legge 40 del 2004, nonostante una prima sentenza dell'agosto scorso, il governo dei tecnici, appunto, aveva fatto ricorso ed è oggi stato sonoramente smentito dalla Corte, che ha confermato la sentenza precedente, rendendola definitiva.
Da uno studio comparato condotto dalla Corte di Strasburgo, poi, emerge che l'Italia rimane uno dei pochissimi paesi, assieme all'Austria e alla Svizzera (che tuttavia dovrebbe presto cambiare la legge) a vietare ancora la diagnosi preimpianto per prevenire la trasmissione di malattie genetiche.
Credo che siano queste le sfide che attedono il nuovo Papa e soprattutto il nuovo governo. Una scissione definitiva dei poteri e delle interferenze reciproche, l'applicazione del motto che fu di Camillo Benso Conte di Cavour, "libera chiesa in libero stato". Finché ci saranno politici piegati ai dettami della Chiesa, non per un effettivo credo nei contenuti, ma per un bieco tornaconto elettorale, l'Italia continuerà ad essere poco più che una nazione integralista, al pari di quelle islamiche o di altro genere, ma con l'aggravante di essere ipocrita e corrotto, contravvenendo a quelle che sono le sue ambizioni di diventare un Paese occidentale, industriale, pienamente evoluto.
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