"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

martedì 12 luglio 2011

L'agonia del governo ... in attesa del biotestamento.

E mentre l'Italia rischia di affogare, attaccata dall'orda degli attacchi di speculatori senza scrupoli che, incuranti delle conseguenze, continuano a curare i loro specifici interessi. Mentre il Capo dello Stato supplisce all'assenza della politica con un appello forte e chiaro alla serietà, che è l'unica che ci può salvare. Mentre gli italiani continuano a tenere ben salda l'economia del paese, abituati come sono a fare a meno della politica e a cavarsela da sè. Mentre la giustizia si dimostra forte perché riesce a produrre una sentenza attesa, sì, da vent'anni, ma che arriva nonostante il dispiegamento di forze impiegato per evitarla. Mentre tutto questo accade, la politica tace, anzi il politico più ciarliero degli ultimi 150 anni tace, quando dovrebbe parlare per rassicurare i mercati. Questo gli aveva chiesto ieri la Merkel e questo aveva chiesto fra le righe, nel suo appello, il Capo dello Stato, una dimostrazione di forza e di determinazione a raggiungere gli obiettivi. Invece niente, il silenzio. Le ultime parole sono state pronunciate per dare addosso al ministro dell'economia, spingendolo quasi alle dimissioni, dando fuoco alle polveri, con i propri giornali per alimentare i sospetti e le accuse sulla casa regalata da quel torbido Milanese e lasciata solo dopo che lo scandalo era scoppiato e non prima, a metà dicembre, quando sicuramente era venuto a conoscenza delle possibili trame di cui quell'uomo era protagonista. I mercati hanno letto questo atteggiamento nel senso che "se il primo ministro ed il ministro dell'economia non sono in sintonia, allora vuol dire che non c'è certezza sui tagli necessari a risanare i conti pubblici". Da qui l'appello del capo dello stato e della Merkel a non perdere tempo e ad agire prima che una delle navi più solide d'Europa, nonostante tutto, affondi sotto i colpi degli speculatori e faccia la fine dei cosiddetti PIGS. Ma le forze politiche che sostengono il governo sono nel frattempo occupate a mostrare il dito medio al tricolore, a rivendicare i ministeri al nord, a pensare a come evitare il pagamento di una multa sacrosanta per una sentenza giunta dopo vent'anni. Per il resto, silenzio, non una parola che possa rassicurare i mercati. A questo punto una sola domanda echeggia nello spazio infinito del nulla poltico: a quando la fine di questa pericolosa agonia?

Un dubbio ci assale: non sarà che questo governo sarà il primo a beneficiare (si fa per dire) della nuova legge sul testamento biologico, impedendogli così di giungere al meritato riposo prima della scadenza naturale?

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