"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

giovedì 20 gennaio 2011

La buccia di banana.

Mentre in Sardegna venivano distrutti chilometri di spiaggia da una marea nera petrolifera. Mentre montavano i rifiuti di Napoli, nonostante le promesse di soluzione prima entro Natale, poi entro Capodanno, poi non si sa bene quando. Mentre i terremotati dell'Abruzzo, quelli che erano riusciti ad abitarci, vedevano le loro C.A.S.E. invase da infiltrazioni di acqua a pochi mesi dalla costruzione. Mentre gli operai della FIAT, nonostante per la maggior parte avessero votato di NO al referendum proposto, perché la vittoria dei SI è avvenuta grazie al voto degli impiegati, andavano incontro alla cassa integrazione. Mentre in Italia si rischiava di perdere diritti, non solo dal punto di vista lavorativo, ma anche dal punto di vista sociale, vedi ad esempio la proposta di legge sul fine vita giunta in parlamento. Mentre nell'indifferenza generale moriva un altro soldato italiano in Afganistan per una guerra che aveva il nome provocatorio di missione di pace. Mentre il ministro dell'economia comunicava che la crisi era ben lungi dall'essere risolta, raffreddando gli entusiasmi del presidente del Consiglio che da mesi annunciava a reti unificate che il peggio era alle spalle. Mentre accadeva tutto questo, il parlamento era bloccato dall'inizio di dicembre, prima per consentire la serena compravendita di parlamentari in vista del voto di fiducia nei confronti di un uomo solo. Poi, ottenuta la fiducia, per decidere se andare avanti con pochi parlamentari di vantaggio sulle opposizioni o andare al voto, dimenticando che questa decisione, in caso di dimissioni del premier, è prerogativa del Presidente della Repubblica.
Nel frattempo, giunti ormai alla fine di gennaio, anche l'informazione era bloccata sull'ennesimo scandalo, relegando a mero contorno tutto quello che dovrebbe invece essere il protagonista del piatto. Così, come non furono i reati di mafia a far cadere Al Capone, allo stesso modo non fu il sospetto di avere a che fare con la mafia, la certezza di avere avuto a che fare con la P2, i reati di corruzione, di evasione fiscale e mille altri ammennicoli a far cadere il presidente del consiglio. Niente da fare, tutto accadde per colpa dell'ennesima buccia di banana sessuale.

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