"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

giovedì 2 dicembre 2010

Libertà di scelta e coercizione.

C'è una cosa che non capisco. La morte di Monicelli ha suscitato un vespaio di polemiche sul tema eutanasia si, eutanasia no. Fermo restando che lui se n'è andato, mandandoci tutti a quel paese, noi e le nostre polemiche, non capisco perché si strilla tanto del diritto alla vita. Quest'ultimo, infatti è un diritto sancito dalla Costituzione, e non solo in Italia, ma nel mondo intero, perfino in quei Paesi dove vige la pena di morte, come ad esempio l'America. Quindi nessuno vuole negare a nessun altro questo diritto sacrosanto.
Detto questo, resta un altro diritto da sancire ed è quello, non della morte, ma di scegliere, per la propria vita, quello che uno ritiene più giusto, in ogni momento, nei limiti imposti dalle esigenze altrui. Mi spiego, è sbagliato vietare l'ubriacatura, il proibizionismo ha fatto più danno che utile e per questo è stato abolito, ma è giusto vietare l'abuso di alcolici quando si mettono a repentaglio la salute o la vita di altre persone. Alla luce di quest'ultima affermazione, non capisco perché i cosiddetti promotori del movimento per la vita vogliono imporre la loro posizione a tutti gli altri.
Non credo che sia un buon servizio alla religione ottenere le cose con la coercizione, incatenare le idee e le volontà altrui non avvicina al Paradiso. Nostro Signore ci ha dato la libertà di scegliere per il bene e per il male, ognuno di noi ha la possibilità di scegliere e si assume la responsabilità delle proprie scelte, questa è civiltà.
Io credo che debba essere sancita da una legge la libertà di scelta, poi nell'ambito di quella libertà, i promotori della vita potranno guadagnarsi il Paradiso lavorando e sudando per aiutare la gente nelle scelte, lavorando e sudando per la promozione di leggi che migliorino la disponibilità di terapie contro il dolore, lavorando e sudando per assistere i pazienti e i loro familiari, che ogni giorno rischiano di rimanere soli con se stessi. E' troppo comodo, e quindi non ha nulla a che vedere con la difesa della vita, sostenere leggi coercitive della volontà altrui.

Nessun commento:

Posta un commento