"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

mercoledì 7 dicembre 2011

Maggioranze variabili.

Non credo che Monti avesse alternative a questa manovra. E non perché non ci fossero margini per trovare soldi senza far versare lacrime e sangue agli italiani. Ma semplicemente perché chi dovrà votare questa manovra, e tutti i provvedimenti che questo governo vorrà adottare, non è un nuovo parlamento uscito da elezioni recenti, ma è sempre lo stesso parlamento che ha rappresentato l'Italia da tre anni e mezzo a questa parte. Sono quindi presenti in parlamento tutti quegli interessi di bottega che erano presenti prima delle dimissioni del precedente esecutivo. Quindi è inutile che i commentatori facciano i bravi e dicano che loro avrebbero fatto in un altro modo. Semplicemente, se si voleva partare a casa un decreto con provvedimenti che potessero sperare di risolvere una situazione drammatica, bisognava trovare un punto di incontro fra il mantenimento dei privilegi da parte di alcuni e la perdita dei diritti da parte di altri.

Ma io continuo a voler vedere il bicchiere mezzo pieno. Continuo a sperare che questo non sia un punto di arrivo dell'azione di questo governo. La mia speranza è che questo sia un punto di partenza. Fatta questa manovra, necessaria ed improcrastinabile, il governo, dovrà provare a far passare altri provvedimenti, uno alla volta, cercando, ora che è possibile farlo, maggioranze variabili, secondo gli interessi che si vanno a toccare di volta in volta. Si dovrà in iniziare una seria campagna di lotta alla corruzione, portando in aula un decreto che, per specifici e immaginabili interessi, non è ancora riuscito ad approdarvi. I partiti che voteranno contro se ne assumeranno la piena e palese responsabilità. Poi qualcosa contro l'evasione fiscale, quindi contro la criminalità organizzata. Parlo sempre di soldi, in tutti e tre i casi. A quel punto, con il parlamento spaccato sulle decisioni da prendere nei precedenti provvedimenti, si potrebbe cominciare ad affrontare il problema delle frequenze televisive, delle province, degli enti inutili e delle opere inutili e dispendiose. A quel punto arriverebbero le norme politiche sui conflitti di interessi, l'antitrust, la separazione netta di tutti i poteri e la legge elettorale.

Un passo alla volta, lentamente ma inesorabilmente, cercando di scardinare il corporativismo che si è incrostato in tutti questi anni. La strada non è semplice e non è neanche breve, ma io resto inguaribilmente ottimista.

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