T'ho visto soffrire e t'ho curato
non so se ho fatto bene o se ho sbagliato
t'ho visto soffrire e con carezze
nel palmo della mano t'ho portato.
Sempre più debolmente miagolavi
e gli occhi sempre meno utilizzavi
finché al veterinario t'ho portato
per dirgli in quale stato ti trovavi.
Sono tornato a casa senza voce
sembravi più pesante di una croce
seguivi nel silenzio il tuo calvario
chiedendo, nel dolore, un po' di luce.
La madre che ti aveva generato
accanto al tuo cadavere ha vegliato
tutta la notte, senza andare via
fino al mattino, quando mi ha avvisato.
A te che mi hai donato un'esperienza
con la tua piccola e preziosa esistenza
due brevi righe voglio dedicare
che diano, nel ricordo, la presenza.
"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)
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