Volevo un figlio sensibile e affettuoso
che ti aspetta la sera fino a tardi
ed anche nel sonno più profondo
sogna di aspettare il tuo ritorno.
Volevo un figlio onesto,
che non nasconde problemi ed amarezze,
un libro sempre aperto, da sfogliare,
che alterna pagine di grigio e di colore.
Volevo un figlio che mi chiedesse aiuto,
rendendomi autorevole, importante,
che qualche volta mi facesse anche arrabbiare,
ma senza farmi male veramente.
Volevo un figlio, ma ora che ci penso,
se elimino dal cuore le utopie,
Gesù Bambino, davvero ti ringrazio,
perché in regalo me ne hai dati due.
"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)
giovedì 9 giugno 2011
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