"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

venerdì 11 febbraio 2011

Sermoni pubblici e riservatezze private.

Gli ultimi seguaci del TG1 di Minzolini, ieri sera hanno dovuto sorbirsi l'ennesimo sermone distrattivo, questa volta impartito da un Giuliano Ferrara in pieno spolvero, per la verità ben servito dalla bella annunciatrice, che nulla ha fatto per riportare il monologo su binari più accettabili. L'Elefantino, infatti, al pari dei suoi colleghi difensori del peggior presidente del consiglio degli ultimi 150 anni, per l'ennesima volta, ha mescolato le carte, confondendo il vizio e i peccati di moralità con i reati. Se l'è presa con chi vuole giudicare un uomo che sbaglia e poi ha concluso citando, provocatoriamente, il legno storto di Kant. Per raddrizzare il legno storto del vizio, ha più o meno chiosato il nostro, non bisogna utilizzare la giustizia, ci vuole educazione e tempo, molto tempo. Quello che però dimentica Ferrara e tutti quelli come lui, ivi compreso il "direttorissimo" del TG1, è che qui non si sta parlando di un uomo vizioso, ma di un presunto delinquente, che ha commesso, non delle leggerezze o dei peccati, come lui stesso ama sottolineare, ma dei precisi reati, e non deve chiedere il giudizio del popolo davanti alle telecamere, salvo poi invocare a piacimento la propria riservatezza, ma deve difendere e chiarire la sua posizione davanti ai giudici, come fanno tutti i cittadini in una normale democrazia.
E a proposito di riservatezza, mi viene in mente un'altra perla della giornata di ieri, questa volta da parte del ministro degli esteri, Frattini, il quale, fra una vacanza in atolli esotici e una discesa da piste di sci immacolate, si è ricordato, nel modo peggiore possibile del suo ruolo istituzionale ed ha fatto, per la seconda volta in pochi giorni, un altro scivolone. Infatti, il nostro ha minacciato di ricorrere alla Corte Europea di Strasburgo perchè sarebbe stata violata la privacy del suo capo supremo. Anche lui, però, ha dimenticato che il ricorso alla Corte Europea può aver luogo solo dopo che siano state esperite tutte le procedure interne, leggasi processo, e solo dopo, se viene effettivamente fuori il sospetto che la riservatezza sia stata violata, allora si può fare ricorso. Se fosse come dice lui, tutte le indagini in corso per processi penali, dovrebbero essere bloccate per ascoltare preventivamente il parere di Strasburgo.
Questi due episodi, se ancora ce ne fosse bisogno, ci fanno capire come alta deve essere l'attenzione a non lasciarsi confondere da questi abili (ma neanche più tanto) ciarlatani.

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