Non avrei mai creduto di dover scrivere un post del genere il 13 giugno del 2012 (leggasi duemiladodici), ma purtroppo ciò sta accadendo sotto i miei occhi ancora esterrefatti. Come si fa ad essere spettatore di un evento sportivo e, invece di discutere con gli amici di fuorigioco e gol mancati, ci si ritrova a discutere di neri e di gay ... nel duemiladodici.
Ancora queste pippe ci dobbiamo fare nel terzo millennio, e non solo in Italia. Si, perché pare che le intemperanze razziste si sono manifestate anche fra i sostenitori di altre nazionali. Certo, Cassano ha rimediato dicendo che lui non è omofobo, ma se è vero che 'in vino veritas', allora era buona la prima e Cassano ha fatto un'altra cassanata.
Ma certamente i giornalisti non potevano pretendere più di tanto. Insomma non si può fare una domanda di concetto a uno come Cassano. A lui devi solo chiedere cosa ne pensa del pallone che ha tra i piedi, ma poi non ti puoi spingere oltre. Infatti ha dato un'ottima risposta a coloro che gli hanno chiesto del Milan e delle operazioni di mercato, ha detto chiaramente che vorrebbe tornare alla Samp, ma poi basta. Per quanto possa avere a cuore l'indifferenza verso gli orientamenti sessuali di ciascuno e la privacy sacrosanta riguardo questi argomenti, per lui, i froci so' froci e basta. Così come per altri i neri sono sempre negri e si meritano il verso della scimmia. Insomma è inutile scandalizzarsi se i popoli sono tenuti a pane e acqua, perché bisogna arricchire le banche, e la cultura è uno spreco in tempi di crisi, per cui se ne deve fare a meno.
Io una sanzione per Cassano ce l'avrei. Intanto facciamolo giocare, che quello lo sa fare bene, poi si stabilisce una multa e quei soldi verranno utilizzati per mandarlo a teatro, al cinema impegnato, alla Scala, finché non saranno completamente esauriti. Una provocazione? Mica tanto!
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