Ci sono sentimenti diversi in questo periodo che si affollano nella mia mente. Come penso nella mente di molti italiani. In principio era la crisi economica, i suicidi, le notizie che si accavallavano ogni giorno di persone che non ce la facevano più. Poi giunsero i primi segnali del crollo dei partiti, la politica che si frantumava con il crescere delle tasse e dell'insoddisfazione verso un sistema spietato che non aiuta ma stritola i propri cittadini, sempre più sudditi, da spremere come limoni in nome di un salvataggio che sempre più appare un'utopia. Ma accanto al primo turno delle amministrative una notizia ci mette in guardia, anzi più notizie. Sparano ad un dirigente che fortunatamente, per scelta, non viene ucciso ma gambizzato, alcune bombe fanno esplodere gli ingressi dell'Agenzia di riscossione Equitalia e ancora alcuni dirigenti della stessa agenzia vengono picchiati. La gente non ce la fa più e, sicuramente sbagliando, reagisce come può. Infine l'apoteosi, alla vigilia del secondo turno delle amministrative, un'esplosione, a Brindisi, grida al mondo intero che qualcosa in Italia non va. Non credo che sia mafia, forse terrorismo, forse il gesto isolato di uno squilibrato. Comunque è un segnale che affonda le sue radici nella società, un gesto che accompagna sinistramente quello di un padre che si toglie la vita assieme ai suoi figli. L'Italia sta scoppiando, qualunque interpetazione vogliamo dare a quello che sta accadendo credo il denominatore sia unico. E presto e bene, questa volta, bisognerà fare con i terremotati dell'Emilia, presto su tutti i fronti possibili del potere, ivi compresa la Chiesa che continua a dire e non dire su tante cose, come ad esempio il caso Orlandi tornato d'improvviso alla ribalta. C'è bisogno in fretta di trasparenza e di un ricambio generazionale del potere, Quando si trattò di scegliere un nuovo Presidente della Repubblica, nel '92, la serie infinita di votazioni e incertezze si interuppe solo con le bombe. Facciamo che non sia così, salviamo le vite che è possibile salvare. Apriamo un negoziato convincente e risolutivo prima della guerra, ché dopo, i morti, non potranno più tornare.
"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)