Non credo nella buona politica, così come non ho mai creduto nell'uomo della provvidenza. In Italia, e forse nel mondo, ogni volta che cambia una gestione del potere, sui pensa che possano cambiare veramente le cose. Si spera che la nuova gestione possa fare le cose che non ha fatto la vecchia e finalmente risolva i problemi rimasti insoluti. Io credo che tutto questo sia legato al sogno di popoli, come quello italiano, non ancora educati alla democrazia. Sì, è importante la gestione, ma è soprattutto fondamentale che il popolo si prenda le sue sacrosante responsabilità e agisca di conseguenza. La storia siamo noi, cantava De Gregori, e mai nessuna persona potrà risolvere i nostri problemi. Almeno se non ha prima risolto i suoi. Così, cambia un direttore generale e il lavoratore spera, cambia un governo o un'amministrazione locale e il cittadino spera, cambia un capo condominio e il residente spera. C'è poco da sperare. Nella storia dell'uomo io non ricordo politici che abbiano veramente fatto delle cose che poi non si sarebbero fatte comunque, mentre ho ben presenti cose fatte da politici che hanno portato guerre, miserie e morte. Non credo che Giulio Cesare o Napoleone siano stati migliori di Hitler, senza con questo voler riabilitare quest'ultimo. E non credo che Giolitti, De Gasperi o Moro abbiano sempre agito nell'esclusivo interesse dei cittadini, o abbiano fatto cose che senza di loro non si sarebbero comunque fatte, magari in maniera diversa.
Con questo non voglio denigrare il lavoro dei singoli, che pure hanno i propri meriti, voglio solo dire che nessuno deve aspettare, ma tutti devono e possono agire da protagonisti e il punto di partenza è l'informazione. Se è vero, come è vero, che la conoscenza rende liberi, allora tutti i cittadini informati possono essere i protagonisti della propria vita, senza aspettarsi nulla dagli altri, chiunque siano gli altri e tenendo presente che gli altri non risolvono quasi mai i nostri problemi, perché anche noi, spesso egoisticamente e a sproposito, non risolviamo i problemi degli altri. Nel bene e nel male gli altri siamo noi, la storia siamo noi, gli uomini della nostra provvidenza possiamo essere solo noi.
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