Ieri, il Capo dello Stato ha pronunciato delle parole che, per certi aspetti, possono risultare pienamente condivisibili. Se non fosse che tali parole sono giunte in un momento sbagliato e, di conseguenza, i soliti avvoltoi di regime vi si sono fiondati addosso, per portare acqua al loro putrido mulino. Napolitano ha parlato di moderazione sull'uso delle intercettazioni da parte dei giudici, i quali dobvrebbero evitare esposizioni mediatiche e, per quanto possibile, rapporti con la politica, nel senso di non candidarsi a ruoli politici, almeno nelle circoscrizioni in cui hanno lavorato e magari condannato. Queste parole, giunte all'indomani del voto sull'autorizzazione alla detenzione del deputato Papa e del senatore Tedesco, hanno scatenato tutta una serie di speculazioni, tanto che Il Giornale di oggi titola a lettere cubitali: "Napolitano si sveglia. Basta intercettazioni!" E' evidente che il capo dello stato non poteva riferirsi né ad un'abolizione dell'uso delle intercettazioni, né al fatto che i giudici dovrebbero chiudere un occhio davanti alle malefatte di certi politici. Il discorso va interpretato col buon senso di chi non ha nulla da difendere, cosa che evidentemente è merce rara nella stampa nazionale.
Riflettevo su quanto accaduto nei giorni scorsi a proposito degli arresti avvenuti o invocati. Ad esempio, il processo per la morte di Melania Rea non è neanche iniziato, eppure il suo presunto colpevole è stato arrestato con un'accusa terribile, lasciando a casa un bambino di pochi mesi di vita. Per lui nessuno si è stracciato le vesti, nessuno si è chiesto come mai un uomo che non è ancora stato condannato è già finito in galera. Così accade quando vengono catturati i presunti colpevoli di furti o stupri, soprattutto se immigrati, tutti vorremmo vederli subito dietro le sbarre anche se non sono condannati. Mi chiedevo, perché per i parlamentari si fa tanto parlare di garantismo, di conflitto tra politica e magistratura e così via. Io credo che la legge è questa, giusta o sbagliata che sia. Se va bene così com'è è giusto che Parolisi, Papa e Tedesco vadano a finire in galera. Se non va bene, si propone una riforma e Parolisi, Papa e Tedesco restano in libertà, in compagnia degli immigrati, bianchi, neri e gialli, fino alla fine del processo di ciascuno. Non credo che ci possano essere alternative credibili alla sfrontatezza dilagante della casta dei politici.
A proposito, mi è piaciuta tanto una frase scritta da Marco Travaglio in un suo articolo dei giorni scorsi che, più o meno, diceva che, sì, bisogna essere favorevoli alla separazione delle carriere, ma non di quella tra giudici e pm, di cui ognuno può pensare quello che vuole, ma tra le carriere dei ladri e dei politici. Di questa separazione, in questo momento storico italiano, c'è veramente tanto bisogno.
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