Non guardo mai le trasmissioni di approfondimento, i cosiddetti talk show, della TV e ogni volta che lo faccio me ne pento amaramente. Così è avvenuto che ieri sera, in un momento di distrazione dei miei figli, ho potuto seguire uno spezzone di Ballarò. Si parlava di nucleare e discutevano fra di loro, moderati da Giovanni Floris, Antonio Di Pietro e Gaetano Quagliariello. Naturalmente il primo difendeva la scelta fatta un anno prima di Fukushima, con la raccolta delle firme per il referendum, il secondo, seguendo le orme del suo presidente, dichiarava che il voto al referendum in questo momento avrebbe rappresentato una scelta istintiva sull'onda del disastro giapponese e quindi andava evitato. Fin qui tutto legittimo, tutto regolare, fino a quando Quagliariello, per rispondere a Di Pietro, che ricordava il risultato referendario di vent'anni fa sul nucleare, ha affermato che in Italia i risultati dei referendum spesso non vengono rispettati e ha portato ad esempio il referendum sulla responsabilità civile dei giudici. Ora, io credo che, come esempio, sarebbe stato ben più calzante il referendum sul finanziamento pubblico ai partiti, che ha tolto i soldi dalla porta e li ha fatti rientrare dalla finestra, attraverso i cosiddetti rimborsi elettorali. Ma, a parte questo, mi sarei aspettato una filippica da parte dell'ex procuratore Di Pietro, circa il fatto che il referendum dell'87 sulla responsabilità civile dei magistrati non è stato disatteso ma, al contrario, proprio in seguito a quel referendum, è stata varata, nell'88, la cosiddetta legge Vassalli che, può piacere o non piacere, istituisce la responsabilità dei magistrati per dolo e colpa grave. Non sono un esperto del settore e forse qualcosa di più si poteva fare, soprattutto in merito alle sanzioni da adottare nei confronti dei magistrati che sbagliano, ma non credo che sia giusto dire che i referendum dell'87 sono stati disattesi.
Invece Di Pietro si è limitato a balbettare che secondo il suo interlocutore il nucleare si deve fare perchè non c'è la responsabilità civile dei magistrati e alla fine del suo breve, confuso intervento concludeva con il suo solito "Che c'azzecca!", nell'indifferenza di Giovanni Floris, il conduttore, che non ha avuto niente di meglio da fare che cambiare argomento. Beh, se questa è la migliore opposizione che abbiamo, siamo proprio messi male. Se Ballarò è una trasmissione di punta per quel che riguarda il livello di informazione svincolata dalle direttive della politica, allora tanto vale chiudere tutto e cambiare mestiere.
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