"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

mercoledì 6 aprile 2011

Spezzare le gambe.

A volte parlo con qualche amico che critica il mio atteggiamento nei confronti di questo governo e mi sento dire che, se penso di essere l'unico che ragiona e che non si fa abbindolare dalle televisioni, sono un presuntuoso. Non è possibile, mi si dice, che tutti gli elettori siano ipnotizzati dalle televisioni. Tutti gli italiani hanno accesso alle informazioni esattamente nello stesso modo, perché tu dovresti aver capito alcune cose e gli altri no? Un vecchio amico, poi, mi ricorda che non si devono rompere le gambe all'avversario, ma bisogna semplicemente cercare di giocare meglio. Se uno ha gli argomenti li porta in discussione e cerca di avere ragione con la forza delle idee, in maniera democratica. A volte penso che hanno ragione. Ma poi torno sui miei pensieri.

Allora comincio a riflettere sul caso Alitalia, per esempio. Allora la compagnia aerea francese era disposta a pagare una certa cifra e a farsi carico dei dipendenti, pur con un certo numero di esuberi. Il governo rifiutò l'offerta, sdoppiò la compagnia, cedendo la parte buona a un gruppo di imprenditori e pagando di tasca propria (dei contribuenti) una certa cifra e lasciando per strada un numero di esuberi decisamente superiore rispetto a quanto aveva prospettato la compagnia francese. Questo accadde perché la compagnia francese era già nel settore e avrebbe potuto riciclare meglio soldi e personale, cosa che invece non hanno potuto fare gli imprenditori italiani che non avevano mai visto un aereo, se non come clienti. Cosa c'entra questo discorso.

E' chiaro che se uno è un imprenditore che lavora nel settore della comunicazione e dello spettacolo ed è in grado, non solo di ricattare, con i suoi organi di informazione, ma anche di offrire soluzioni a problemi piccoli e grandi, anche attraverso promesse di lavoro e di carriera, ecco che allora quella persona diventa un punto di riferimento. E questo è aggravato dal fatto che la legge elettorale non prevede il voto di preferenza, per cui i parlamentari non sono eletti ma sono nominati. Dunque, ricapitolando, se io ho il potere di nominare chicchessia parlamentare, se poi a elezioni concluse posso allargare a piacimento la mia maggiornza grazie a ricatti e regali. Se continuo, nell'indifferenza generale, a costruire scappatoie legali, non solo per sfuggire alla legge, ma per continuare a delinquere a piacimento, dal momento che gli ultimi reati accertati risalgono allo scorso anno. Beh, allora, di fronte a tutto questo, io credo che giocare meglio non basti più. Credo che occorra spezzare le gambe all'avversario con tutti gli strumenti leciti possibili, e poi, solo dopo, sedersi al tavolo della pace e ragionare di politica, quella vera, rivolta ai problemi della gente, che non possono più aspettare di essere risolti.

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