Nel post di ieri avevo accennato alla stima che nutro per Pietro Ichino, il giuslavorista che si è dichiarato favorevole all'accordo su Fiat Mirafiori, o meglio si è augurato la vittoria del si al relativo referendum che avrà luogo oggi. Allo stesso modo, in questo post esprimo molti dubbi sull'azione di governo della Puglia da parte del Presidente Nichi Vendola, il quale, a dispetto di molti suoi colleghi ex-comunisti, e anche del sindaco di Firenze, che si sono dichiarati favorevoli all'accordo, è andato a protestare direttamente ai cancelli della fabbrica, rischiando di persona sia come immagine, sia di mera incolumità fisica, visto che è stato contestato abbastanza duramente dai sindacati firmatari dell'accordo. Eppure, nonostante questi sentimenti nei confronti delle persone che affrontano il problema dell'accordo sindacale della Fiat, continuo ad essere molto contrario a tale soluzione. Qui non si tratta di un fatto singolo, qui si sta creando un precedente che peserà come un macigno sulla vita delle generazioni future. Qui si sta dicendo, in soldoni, volete poco o non volete nulla, mentre noi continuiamo ad arricchirci alla faccia vostra? Quello che si svolgerà oggi non è un referendum, ma un ricatto che molti accetteranno, non per convinzione ma per paura. Così come paura ha cercato di infondere il premier sulla decisione della Consulta relativa alla legittimità della legge sul 'Legittimo impedimento'. Mi chiedo, come si fa a bloccare in continuazione l'attività parlamentare sul destino di un uomo solo e sui suoi guai personali, di qualunque natura essi siano? Perché nessuno protesta, l'opposizione tace e perfino a sinistra si continua a parlare di giustizialismo?
Le due vicende sembrano lontane ma sono molto vicine, sono il sintomo di un malessere che finitrà per annientare la lucidità del popolo italiano, continuamente pressato dalla propaganda mediatica con paure di ogni genere, virus letali, sicurezza ed ora la paura di perdere uno schifo di lavoro o di andare alle elezioni peggiorando la situazione economica e sociale già abbondantemente fragile. Vedremo cosa accadrà, ma per il prossimo futuro non si prevede niente di buono.
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