Tutto è iniziato in Grecia, poi è stato il turno della Tunisia, con l'epilogo del mandato d'arresto internazionale a Ben Alì, poi è stata la volta dell'Albania. Siamo circondati, ho pensato, la prossima sarà l'Italia. E invece no, è arrivato il turno dell'Egitto. Siamo come un malato terminale che vede parti del corpo cedere, amici morire, ma lui è sempre lì, nel suo letto a chiedersi quando finirà. Intanto il presidente del consiglio viene offfesso un giorno sì e l'altro pure. Prima gli viene negato l'accesso telefonico alla tasmissione Ballarò, poi gli viene concesso l'accesso alla tramissione L'Infedele, ma viene apostrofato come "cafone" dal suo conduttore, a quel punto intima alla parlamentare Zanicchi, affiliata al suo partito, di andar via dalla trasmissione, ma lei se ne impipa e rimane al suo posto. Alla fine, la notizia è di oggi, decide di apparire in pubblico, forse per saggiare la sua popolarità, ma viene apostrofato con la parola "coglione", ed è costretto a prendere i dati del responsabile. Ma non è finita qui, spuntano intercettazioni telefoniche della Minetti, secondo cui lei sarebbe infuriata per il comportamento di cotanto galantuomo.
Certo, si dirà, in parlamento però continua a vincere e ad ottenere successi confortanti per la stabilità del governo. Certo, rispondo io, ma questa stabilità continuerà fino al raggiungimento del federalismo, dopodichè anche il suo alleato apparentemente più fedele gli volterà la faccia e allora, dopo Grecia, Tunisia, Albania Egitto, arriverà il turno dell'Italia e vedremo quale sarà il nostro ed il suo epilogo.
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