Mi ha colpito la notizia, non data praticamente da nessuno dei media principali, della crescita della pressione fiscale negli ultimi anni. Tale dato, infatti, col precedente governo era fermo, si fa per dire, al 42,9%. E giù tutte le principali Tv nazionali a dire che quello era il governo delle tasse. E la gente ci aveva pure creduto, tanto che ancora oggi molti associano il nome di Prodi alla parola tasse. Detto questo, la notizia è che l'ultimo dato sulla presione fiscale, quello che porta l'Italia al terzultimo posto tra i paesi europei, è del 43.5%. E naturalmente senza che alcun giornale e telegiornale riporti nulla, senza che nessuno possa associare il nome dell'attuale esecutivo alla parola tasse. Si dirà, ma ora c'è la crisi. Bene, allora mi chiedo, cosa ha fatto l'attuale esecutivo per affrontare la crisi? E poi, come mai nonostante tale pressione fiscale, occorsa dopo mille promesse e lo slogan "meno tasse per tutti", che tutti avranno impresso nella memoria a caratteri di fuoco, come mai, dicevo, gli altri valori economici sono completamente sballati? Il Rapporto Debito/PIL è di 118.4%, nonostante i limiti imposti dal trattato di Maastricht; il Rapporto deficit/PIL e del 6.1%, nonostante i limiti imposti dal trattato di Maastricht; il debito pubblico va di record in record ed ha raggiunto la spaventosa cifra di 1867,398 miliardi di euro.
Come mai dal governo giungono voci rassicuranti circa il fatto che il peggio è alle spalle, che va tutto bene, e come mai, nonostante tutto questo sfacelo dei conti, continua a crescere la disoccupazione, in special modo quella giovanile - peggio di noi solo l'Ungheria - e siamo fanalino di coda per occupazione dei giovani laureati?
Non c'è un indice che giustifichi questa ecatombe, non c'è un solo dato che riesce a spiegarci che per ottenere un certo valore abbiamo dovuto sacrificare tutti gli altri. E allora a cosa serve avere in cambio una classe politica fatta di inerti e malfattori?
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