Non credo che Monti avesse alternative a questa manovra. E non perché non ci fossero margini per trovare soldi senza far versare lacrime e sangue agli italiani. Ma semplicemente perché chi dovrà votare questa manovra, e tutti i provvedimenti che questo governo vorrà adottare, non è un nuovo parlamento uscito da elezioni recenti, ma è sempre lo stesso parlamento che ha rappresentato l'Italia da tre anni e mezzo a questa parte. Sono quindi presenti in parlamento tutti quegli interessi di bottega che erano presenti prima delle dimissioni del precedente esecutivo. Quindi è inutile che i commentatori facciano i bravi e dicano che loro avrebbero fatto in un altro modo. Semplicemente, se si voleva partare a casa un decreto con provvedimenti che potessero sperare di risolvere una situazione drammatica, bisognava trovare un punto di incontro fra il mantenimento dei privilegi da parte di alcuni e la perdita dei diritti da parte di altri.
Ma io continuo a voler vedere il bicchiere mezzo pieno. Continuo a sperare che questo non sia un punto di arrivo dell'azione di questo governo. La mia speranza è che questo sia un punto di partenza. Fatta questa manovra, necessaria ed improcrastinabile, il governo, dovrà provare a far passare altri provvedimenti, uno alla volta, cercando, ora che è possibile farlo, maggioranze variabili, secondo gli interessi che si vanno a toccare di volta in volta. Si dovrà in iniziare una seria campagna di lotta alla corruzione, portando in aula un decreto che, per specifici e immaginabili interessi, non è ancora riuscito ad approdarvi. I partiti che voteranno contro se ne assumeranno la piena e palese responsabilità. Poi qualcosa contro l'evasione fiscale, quindi contro la criminalità organizzata. Parlo sempre di soldi, in tutti e tre i casi. A quel punto, con il parlamento spaccato sulle decisioni da prendere nei precedenti provvedimenti, si potrebbe cominciare ad affrontare il problema delle frequenze televisive, delle province, degli enti inutili e delle opere inutili e dispendiose. A quel punto arriverebbero le norme politiche sui conflitti di interessi, l'antitrust, la separazione netta di tutti i poteri e la legge elettorale.
Un passo alla volta, lentamente ma inesorabilmente, cercando di scardinare il corporativismo che si è incrostato in tutti questi anni. La strada non è semplice e non è neanche breve, ma io resto inguaribilmente ottimista.
Nessun commento:
Posta un commento