"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

giovedì 27 gennaio 2011

Il malato terminale

Tutto è iniziato in Grecia, poi è stato il turno della Tunisia, con l'epilogo del mandato d'arresto internazionale a Ben Alì, poi è stata la volta dell'Albania. Siamo circondati, ho pensato, la prossima sarà l'Italia. E invece no, è arrivato il turno dell'Egitto. Siamo come un malato terminale che vede parti del corpo cedere, amici morire, ma lui è sempre lì, nel suo letto a chiedersi quando finirà. Intanto il presidente del consiglio viene offfesso un giorno sì e l'altro pure. Prima gli viene negato l'accesso telefonico alla tasmissione Ballarò, poi gli viene concesso l'accesso alla tramissione L'Infedele, ma viene apostrofato come "cafone" dal suo conduttore, a quel punto intima alla parlamentare Zanicchi, affiliata al suo partito, di andar via dalla trasmissione, ma lei se ne impipa e rimane al suo posto. Alla fine, la notizia è di oggi, decide di apparire in pubblico, forse per saggiare la sua popolarità, ma viene apostrofato con la parola "coglione", ed è costretto a prendere i dati del responsabile. Ma non è finita qui, spuntano intercettazioni telefoniche della Minetti, secondo cui lei sarebbe infuriata per il comportamento di cotanto galantuomo.
Certo, si dirà, in parlamento però continua a vincere e ad ottenere successi confortanti per la stabilità del governo. Certo, rispondo io, ma questa stabilità continuerà fino al raggiungimento del federalismo, dopodichè anche il suo alleato apparentemente più fedele gli volterà la faccia e allora, dopo Grecia, Tunisia, Albania Egitto, arriverà il turno dell'Italia e vedremo quale sarà il nostro ed il suo epilogo.

giovedì 20 gennaio 2011

La buccia di banana.

Mentre in Sardegna venivano distrutti chilometri di spiaggia da una marea nera petrolifera. Mentre montavano i rifiuti di Napoli, nonostante le promesse di soluzione prima entro Natale, poi entro Capodanno, poi non si sa bene quando. Mentre i terremotati dell'Abruzzo, quelli che erano riusciti ad abitarci, vedevano le loro C.A.S.E. invase da infiltrazioni di acqua a pochi mesi dalla costruzione. Mentre gli operai della FIAT, nonostante per la maggior parte avessero votato di NO al referendum proposto, perché la vittoria dei SI è avvenuta grazie al voto degli impiegati, andavano incontro alla cassa integrazione. Mentre in Italia si rischiava di perdere diritti, non solo dal punto di vista lavorativo, ma anche dal punto di vista sociale, vedi ad esempio la proposta di legge sul fine vita giunta in parlamento. Mentre nell'indifferenza generale moriva un altro soldato italiano in Afganistan per una guerra che aveva il nome provocatorio di missione di pace. Mentre il ministro dell'economia comunicava che la crisi era ben lungi dall'essere risolta, raffreddando gli entusiasmi del presidente del Consiglio che da mesi annunciava a reti unificate che il peggio era alle spalle. Mentre accadeva tutto questo, il parlamento era bloccato dall'inizio di dicembre, prima per consentire la serena compravendita di parlamentari in vista del voto di fiducia nei confronti di un uomo solo. Poi, ottenuta la fiducia, per decidere se andare avanti con pochi parlamentari di vantaggio sulle opposizioni o andare al voto, dimenticando che questa decisione, in caso di dimissioni del premier, è prerogativa del Presidente della Repubblica.
Nel frattempo, giunti ormai alla fine di gennaio, anche l'informazione era bloccata sull'ennesimo scandalo, relegando a mero contorno tutto quello che dovrebbe invece essere il protagonista del piatto. Così, come non furono i reati di mafia a far cadere Al Capone, allo stesso modo non fu il sospetto di avere a che fare con la mafia, la certezza di avere avuto a che fare con la P2, i reati di corruzione, di evasione fiscale e mille altri ammennicoli a far cadere il presidente del consiglio. Niente da fare, tutto accadde per colpa dell'ennesima buccia di banana sessuale.

sabato 15 gennaio 2011

Avvelenatissimo

Sono molto arrabbiato. Ho atteso una quindicina di ore per decidermi a scrivere questo post. Ho atteso per non scrivere cose di cui mi potrei pentire, anche se questo post lo leggeranno meno di dieci persone. Sono arrabbiato perché la causa maggiore della vittoria del si al referendum Mirafiori è da ricercare nella miopia e nell'ingordigia di una classe politica inetta. A tutti coloro che votano a destra, la destra del PDL, io auguro di essere le prime vittime dell'evasione fiscale galoppante, soprattutto fra i dirigenti del partito e i principali membri del governo. Auguro poi che siano le prime vittime (nel senso di perdere qualcosa, la morte non si augura nemmeno ai cani) di quella mafia che i capi del partito favoriscono. Gli auguro di essere le prime vittime dei servizi segreti che facevano capo alla P2 di cui alcuni membri del partito facevano parte. Auguro agli elettori coscienti di politici corrotti di essere le principali vittime della corruzione dilagante, delle leggi in cui si prevede la perdita dei diritti e della sucurezza dei lavoratori. Gli auguro infine con tutto il cuore di avere una ragazza minorenne che gli sta molto a cuore, una figlia, o una nipote o semplicemente un'amica, che frequenta festini in compagnia di vecchietti arrapati e bavosi che gli fanno il bunga bunga.
Sono stato cattivo, me ne rendo conto, ma la mia pazienza è arrivata al limite di sopportazione, non sopporto più questa classe politica incompetente, trafficona, bugiarda, che non ha nulla di meglio da fare che creare paure nei cittadini che invece dovrebbe rassicurare e proteggere. Non li sopporto più, in tutte le sedi e nei modi democraticamente leciti farò di tutto per mettergli il bastone fra le ruote. Se ne devono andare, loro e il loro sporco denaro, visto che gli piace tanto, se lo possono tenere e ci affoghino pure insieme, sarà un grande beneficio per tutti noi.

giovedì 13 gennaio 2011

L'Italia col fiato sospeso.

Nel post di ieri avevo accennato alla stima che nutro per Pietro Ichino, il giuslavorista che si è dichiarato favorevole all'accordo su Fiat Mirafiori, o meglio si è augurato la vittoria del si al relativo referendum che avrà luogo oggi. Allo stesso modo, in questo post esprimo molti dubbi sull'azione di governo della Puglia da parte del Presidente Nichi Vendola, il quale, a dispetto di molti suoi colleghi ex-comunisti, e anche del sindaco di Firenze, che si sono dichiarati favorevoli all'accordo, è andato a protestare direttamente ai cancelli della fabbrica, rischiando di persona sia come immagine, sia di mera incolumità fisica, visto che è stato contestato abbastanza duramente dai sindacati firmatari dell'accordo. Eppure, nonostante questi sentimenti nei confronti delle persone che affrontano il problema dell'accordo sindacale della Fiat, continuo ad essere molto contrario a tale soluzione. Qui non si tratta di un fatto singolo, qui si sta creando un precedente che peserà come un macigno sulla vita delle generazioni future. Qui si sta dicendo, in soldoni, volete poco o non volete nulla, mentre noi continuiamo ad arricchirci alla faccia vostra? Quello che si svolgerà oggi non è un referendum, ma un ricatto che molti accetteranno, non per convinzione ma per paura. Così come paura ha cercato di infondere il premier sulla decisione della Consulta relativa alla legittimità della legge sul 'Legittimo impedimento'. Mi chiedo, come si fa a bloccare in continuazione l'attività parlamentare sul destino di un uomo solo e sui suoi guai personali, di qualunque natura essi siano? Perché nessuno protesta, l'opposizione tace e perfino a sinistra si continua a parlare di giustizialismo?
Le due vicende sembrano lontane ma sono molto vicine, sono il sintomo di un malessere che finitrà per annientare la lucidità del popolo italiano, continuamente pressato dalla propaganda mediatica con paure di ogni genere, virus letali, sicurezza ed ora la paura di perdere uno schifo di lavoro o di andare alle elezioni peggiorando la situazione economica e sociale già abbondantemente fragile. Vedremo cosa accadrà, ma per il prossimo futuro non si prevede niente di buono.

mercoledì 12 gennaio 2011

Ingordigia ed ignoranza.

Mi piacerebbe vivere in un Paese in cui non è chiamato eroe chi impoverisce la povera gente per arricchire chi di soldi ne ha tanti. Sì, certo, mi riferisco al caso Fiat. Mi piange il cuore sentire perfino il giuslavorista Ichino che difende il progetto di Marchionne, non lo accetto perché non ritengo giusto che lo stesso Marchionne guadagni, credo, 4oo volte più di un operaio e poi vada a pontificare sul fatto che con pochi spiccioli si possa arrivare a fine mese con una famiglia da mantenere. Purtroppo nel nostro Paese è un eroe anche chi viene da ambienti mafiosi e mi riferisco al famoso discorso che Dell'Utri e il presidente del consiglio (rigorosamente con la minuscola) hanno fatto in campagna elettorale circa il mafioso Mangano. Qualche settimana fa sono stato alla presentazione di un libro e, in quell'occasione, l'europarlamentare Baldassarre (eletto nelle liste del PDL) argomentava sulle presunte smentite che sarebbero state fatte dai fratelli Graviano a quanto dichiarato dal pentito Spatuzza. Ecco, questo è il nostro Paese, tutti pontificano senza sapere di cosa parlano (nella migliore delle ipotesi, senza contare la possibile malafede). Nel nostro Paese nessuno crede che Andreotti sia stato condannato e prescritto per fatti di mafia, tutti lo credono assolto. No, non credo che il nostro sia un Paese normale, si è impoverito il linguaggio grazie a trasmissioni televisive come il grande fratello o altri starnazzamenti in cui tutti litigano non si sa bene per cosa. Ora c'è perfino l'ipotesi che il PDL si darà un nuovo nome scegliendo per sé la parola Italia. Così dopo averci rubato 'forza Italia', ora ci vogliono rubare anche Italia. Mi chiedo, è lecito fare questo? E come verranno chiamati gli affiliati a quel partito, italiani? E gli altri concittadini, cosa sarebbero in questo caso? E perché, se si può fare qualcosa per fermare questa ennesima infamia, nessuno fa nulla? Non so, il nome Italia è registrato da qualche parte o lo si può utilizzare a piacimento, anche per dare il nome ai mangini per maiali?
Non sono un giuslavorista e stimo molto Ichino, ma non mi sento di condividere le decisioni che si stanno prendendo per gli operai della Fiat. Ritengo che sia una porcheria, ho firmato tutte le petizioni di cui sono venuto a conoscenza, contro l'operato di Marchionne. Sono convinto che non è questa la strada e che prima o poi tutti pagheremo per l'ingordigia di pochi.