"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

lunedì 31 maggio 2010

L'articolo 77 della Costituzione

Mai nella storia dell'Italia repubblicana era accaduto un così frequente e palese attentato alla carta Costituzionale da organismi preposti a difenderla e a rappresentarla. Tutto quello che accade oggi davanti ai nostri occhi, nel silenzio della stampa e degli altri organi istituzionali di controllo, è sconcertante.
All'inizio l'attuale capo dello stato aveva iniziato una pratica inusuale e sconosciuta ai suoi predecessori, la moral suasion. Cioè a dire che il governo preparava provvedimenti abbastanza discutibili, tanto che alcuni di essi sono stati anche bocciati dalla Corte Costituzionale. A quel punto del provvedimento veniva avvertito in maniera informale il capo dello stato, il quale ammoniva il governo che in quel modo mai e poi mai il provvedimento sarebbe stato firmato. Così la norma veniva corretta secondo le intenzioni del presidente della repubblica, il quale, avendo partecipato alla stesura, non poteva rifiutarsi di firmarla, anche se palesemente incostituzionale. Ma evidentemente l'appetito vien mangiando, così, dalla moral suasion, si è passati ad una vera e propria presa di responsabilità da parte del presidente della repubblica nella redazione di una norma, cosa che sovverte tutti i dettami istituzionali, tanto che lo stesso Napolitano ebbe a dichiarare in un momento di lucidità istituzionale "Quando il parlamento lavora il presidente della repubblica tace." Ma ancora non basta, perché, se è vero come è vero che in Italia non esiste il regime, è anche vero che un regime si può instaurare anche in maniera silente, strisciante, senza che nessuno se ne accorga e senza che nessuno ne parli. Così, un mattino ci sveglieremo e ci accorgeremo che forse ci siamo spinti un po' troppo in là, rispetto ai dettami della nostra Costituzione e, siccome sarà uscito troppo dentrificio dal tubetto, sarà troppo difficile riuscire a farlo rientrare. L'articolo 77 della Costituzione così recita: "... Quando, in casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo adotta, SOTTO LA SUA RESPONSABILITA', provvedimenti provvisori con forza di legge, deve IL GIORNO STESSO presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni ..." Questo significa che il provvedimento della manovra finanziaria è in giro da quasi una settimana e nessuno si è sognato di pubblicarlo, ma c'è un gioco al rimpiattino, una negoziazione estenuante, con il capo dello stato, senza che nessuno, neanche i ministri del governo, vengano messi a conoscenza dei contenuti, tanto che ancora oggi Bondi strepita per i tagli al suo settore, di cui non era stato avvertito. E tutto questo nel silenzio assordante dell'informazione. La verità è che questo governo non vuole prendersi le proprie responsabilità, scarica ai precedenti governi responsabilità che sono tutte sue proprie e scarica ad altre istituzioni, non ultimo il presidente della repubblica, oneri che competono solo a lui.

giovedì 27 maggio 2010

Dopo tangentopoli la mafia decise chi doveva governare.

Dice il procuratore antimafia Grasso: “... la possibilità ad una entità esterna di proporsi come soluzione per poter riprendere in pugno l’intera situazione economica, politica, sociale che veniva dalle macerie di Tangentopoli. Certamente Cosa Nostra, attraverso questo programma di azioni criminali, che hanno cercato di incidere gravemente e in profondità sull'ordine pubblico, ha inteso agevolare l'avvento di nuove realtà politiche che potessero poi esaudire le sue richieste”. Da queste dichiarazioni, indipendentemente da quello che si dirà dopo, dalle smentite e dalle precisazioni, risulta che Cosa Nostra non fece tutto da sola e non agì per un capriccio, ma c'era un preciso disegno politico, una strategia del terrore finalizzata a qualcos'altro, alla creazione di un potere che fosse garante di una forza illegale parallela allo Stato. Sappiamo tutti cosa accadde dopo tangentopoli e quale fu la forza politica e il soggetto politico che maggiormente beneficiò del responso delle urne da quel momento in poi, soprattutto nelle terre di mafia, dove spazzatura, miseria, soggezione e repressione la fanno da padrone e da dove continuano a proliferare condanne per concorso esterno in associazione mafiosa a senatori e onorevoli. E richieste di arresto e voti di scambio da chi è costretto a elargirli perché costretto dalla lama alla gola. Credo, in virtù di ciò, che non ci sia null'altro da aggiungere.

martedì 25 maggio 2010

Innocenti sacrifici.

Se fosse andata avanti così ancora un giorno, ci sarebbe stato il rischio di vedere in Italia uno straccio di opposizione, quella che ormai manca da tempo immemorabile. E' stato bello sentire nei giorni scorsi che gli esponenti del PD pigolavano verso una esposizione in prima persona del presdiente del consiglio e lo invitavano a mettere la sua faccia accanto alla parola sacrifici. Appena il nostro ha fiutato l'antifona, pare che questa parola l'abbia pronunciata, di nascosto, sottovoce, per non farsi sentire più di tanto, così l'opposizione continuerà a fare quello che aveva fatto finora, cioè nulla. Peccato che nessuno ricordi che delle tasse che aveva messo il vampiro Visco, per nome di Prodi, nessuna è stata tolta, non un centesimo è stato cancellato dal geverno delle libertà e delle meno tasse per tutti, anzi. La pressione fiscale negli ultimi due anni è salita dello 0,3%, senza che si vedessero in cambio i benefici della cura Prodi. Al contrario, nel frattempo i conti si sono andati sempre più sballando, non solo per la crisi economica mondiale, ma per l'acuirsi della corruzione, per la quale l'Italia è salita, o è scesa secondo da dove si guarda la classifica, nelle graduatorie mondiali, è diminuito il controllo sull'evasione fiscale, che ha raggiunto livelli inimmaginabili per i non addetti ai lavori, sono aumentati i voli di stato e le auto blu, cui il governo precedente aveva dato una sonora sforbiciata. E ora ci vengono a dire che in questo periodo abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità. Ma quando mai. Ma davvero questa gente non prova vergogna? Capisco che gestire innumerevoli quantità di denaro per conto di altri fa venire il mal di testa. Capisco che, per tale ragione, politici anche autorevoli, penso ad esempio ad Aldo Moro, non hanno resistito dal commettere operazioni quanto meno dubbie. Tutto posso capire, ma non l'abuso sfacciato del potere, avvenuto in questi ultimi tempi, con il plauso degli elettori che, ancora ieri, hanno votato il centro destra in Val d'Aosta. Ma, allora mi chiedo, cosa bisogna fare agli italiani per vedere un'intera classe politica cacciata via a calci nel sedere?

lunedì 24 maggio 2010

La verità viene ormai inesorabilmente a galla.

Il problema, in Italia, non sono quelli che sono additati dai politici come distruttori del buon nome del Paese. Chi critica l'Italia, denunciandone i difetti, è come un padre o una madre che rimprovera il figlio perchè lo vorrebbe migliore. L'ennesima conferma viene da Elio Germano che sintetizza, come meglio non si potrebbe, questo concetto: “Dedico questo premio all’Italia e agli italiani che fanno di tutto per rendere il paese migliore nonostante la loro classe dirigente”. Non sono gli italiani, non tutti almeno, che infangano il Paese, ma certamente molta responsabilità appartiene a certa classe dirigente. Sono loro e non altri la nostra vergogna. Proviamo poi ad associare questa frase con quella pronunciata dal sottosegretario del Dipartimento penale americano, Lanny A. Breuer, che ha dichiarato: "Le intercettazioni sono strumenti essenziali per le indagini. Non vogliamo che succeda qualcosa che impedisca ai magistrati italiani di continuare l'ottimo lavoro svolto finora". Allora tutto è chiaro. Non i cittadini, almeno non tutti, ma una parte, non i magistrati, che svolgono un ottimo lavoro. La responsabilità dello sfascio dei costumi e, più in generale, della nostra società dipende in massima parte dalla nostra classe dirigente. Vogliono continuare a mettere la testa sotto la sabbia, o fare leggi che nulla hanno a che vedere con la soluzione dei problemi? Facciano pure, ma sappiano che, nonostante le loro censure, l'ultima perpetrata ieri dal fido Scodinzolini, che ha levato l'audio al discorso di Germano, adducendo inesistenti problemi tecnici, la verità viene a galla e loro non possono più arginarla.

venerdì 21 maggio 2010

Pochi casi isolati e il cesto delle mele marce.

Il Presidente del Consiglio, smemorato di Cologno, secondo una famosa gag di Fiorello e Baldini, non ricorda gli albori di tangentopoli e continua a dire che le indagini su due suoi uomini sono solo casi isolati, che non c'è una nuova tangentopoli e questa volta fa anche i nomi delle persone da additare al pubblico ludibrio: Scajola e Verdini. Poi si corregge e dice di non aver mai fatto nomi, forse perché nella sua mente è riaffiorato il ricordo che l'ultimo che parlò di un mariolo isolato finì cacciato con lanci di monetine. Vorrei ricordare al Presidente del Consiglio che, accanto a Scajola e Verdini, ci sono anche alcuni membri del governo che hanno avuto guai con la giustizia e non nel passato remoto, ma nel recente passato e in qualche caso per le stesse cose per cui sono stati incastrati i due innominabili eroi.
Ad esempio, il ministro Matteoli, è indagato per l'inchiesta Bertoladri, dopo che sembrava appena uscito da altre noie con la magistratura. E il sottosegretario Letta? Indagato anche lui per truffa nei confronti di un centro rifugiati. A tale proposito, pare che ci siano denunce anche nei confronti della sorella Maria Teresa, per alcuni abusi commessi in qualità di presidente della Croce Rossa Italiana, in occasione del terremoto aquilano. Ma restiamo allo stretto ambito governativo, perché sennò non si finisce più.
Che dire della richiesta di arresto di un altro illustre sottosegretario, Nicola Cosentino, il quale è addirittura sospettato di far parte integrante dell'associazione camorristica e, nonostante ciò, stava per essere candidato alla presidenza della regione Campania, poi sostituito all'ultimo momento da un anonimo Caldoro, che non ha avuto difficoltà a stravincere le elezioni.
E che dire del candido ministro Fitto, il bambino, come lo chiamano dalle sue parti, che è stato rinviato a giudizio, anche lui per truffa e altre piccolezze, dopo che per lui c'era stata una richiesta di arresto, ovviamente rifiutata dal parlamento.
E della serie il più pulito c'ha la rogna, anche la ministra Prestigiacomo, non ce lo dimentichiamo, risulta indagata per peculato, perché, a quanto dice l'accusa, lo stipendio da ministro non gli era sufficiente a comprarsi la borsetta che tanto le piaceva.
E tutto questo per rimanere nello stretto dell'attuale esecutivo. Del resto del cesto è meglio non parlare.

mercoledì 19 maggio 2010

Alla ricerca di soluzioni di buon senso

C'è stato un incontro organizzato dai Radicali Italiani sul tema delle energie alternative. Devo dire che vi ho partecipato con entusiasmo e alla fine non me ne sono pentito. In queste cose c'è sempre il rischio di unirsi a uno sterile coro di proteste sponsorizzato dal solito 'Partito del no'. Credo nelle energie rinnovabili, quali l'eolico e il fotovoltaico, così come credo che ci sia bisogno di una regolamentazione, sia per non cedere terreno alle varie mafie, sia perché, per intenderci, non si possono costruire pale eoliche intorno al Colosseo o in prossimità della Valle dei Templi. Quindi pale e pannelli non possono devastare la belleza di alberi di ulivo secolari o altre bellezze paesaggistiche e architettoniche a volte troppo sottovalutate. Io credo che bisogna vedere le pale eoliche alla stregua dei mulini, che tanta poesia sapevano esprimere ma, detto questo, è giusto regolamentare e soprattutto controllare. Qui di seguito il resoconto di Sergio D'Elia, sia della riunione, sia soprattutto del colloquio avuto sul tema con l'assessore regionale Fratoianni.
"Come preannunciato nel corso dell'Assemblea di Martano, ieri mattina, a Bari, io, Annarita Di Giorgio, Vito Lisi e Oronzo Maruccio, abbiamo incontrato Nicola Fratoianni, assessore alla Attuazione del Programma. L'incontro è durato un'oretta e abbiamo discusso di due questioni, il caso della statale 275 e quello della Collina dei fanciulli e delle Ninfe a mo' di esempi della questione più generale della politica energetica regionale e del suo pesantissimo impatto sull'ambiente, il paesaggio e la salute, in particolare nel Salento.
Fratoianni ci ha confermato che nella seconda riunione di Giunta fatta alcuni giorni fa, con all'ordine del giorno proprio la politica energetica regionale, è stato deciso politicamente di passare dalla fase della promozione delle energie rinnovabili a quella della loro regolamentazione secondo criteri più rigorosi a tutela dell'ambiente, del territorio, del paesaggio, incentivando quindi le rinnovabili sviluppate in forme ecocompatibili. Rimane il problema delle centinaia di progetti presentati sulle rinnovabili industriali su cui la Regione non intende fare moratorie o impegnarsi in onerosi e interminabili contenziosi, ma seguire la via progetto per progetto - di più serie (e rispondenti alle norme vigenti) valutazioni di impatto ambientale.
Sulla 275, Fratoianni ha rimandato a un incontro con l'assessore ai trasporti per esaminare nei dettagli tecnici la soluzione dopo la sentenza del Consiglio di Stato, incontro al quale si è impegnato a far partecipare Vito Lisi, presidente del Comitato 275.
Per quanto riguarda la Collina dei fanciulli e delle Ninfe e i suoi tre impianti di mega-eolico, dopo la sentenza negativa del Consiglio di Stato relativa all'impianto di Monte San Giovanni (su cui dobbiamo tentare anche la via del ricorso alla giustizia europea), abbiamo chiesto alla Regione quantomeno di ritirare l'appello presentato dalla sola Regione al Consiglio di Stato contro la sospensiva decisa dal Tar di Lecce sull'impianto di Palmariggi (il terzo impianto, quello di Minervino è ancora in fase di valutazione di impatto ambientale). Fratoianni si è impegnato a verificare la fattibilità di questa proposta-segnale politico. In generale, su questo come su altri casi analoghi, l'incontro si è risolto con la indicazione di incontri a tempi brevi con gli assessori competenti (Ambiente, Territorio)
Questo quanto. Aspettiamo (senza rimanere inerti) gli incontri su indicati. Un abbraccio, Sergio

venerdì 14 maggio 2010

Sedetevi comodi, lo spettacolo sta per cominciare.

La lista che compare nel computer di Anemone ha tanto l'aria della lista degli aderenti alla Loggia P2. Non tanto per le similitudini politiche, che non ci sono. Lì si trattava di vagheggiare un colpo di stato, un nuovo sistema di governo, qui si tratta di corrotti che hanno accettato di far parte di un sistema di corruzione ormai diffuso in molti settori della vita pubblica italiana, ovunque ci sia un centro, anche piccolo, di potere. Quindi non sono politico, ma anche di altro genere, vedasi, ad esempio, la Protezione Civile, o il calcio.
Il problema della similitudine con la P2 sta nella minaccia della pubblicazione di una lista che ogni tanto affiora nella tempesta degli scandali italiani. Come ad esempio la famigerata lista Genchi, il dossier che avrebbe dovuto far tremare l'Italia politica, ma che poi si è rivelato una bolla di sapone. Di lista in lista, di ricatto in ricatto, tipici della seconda repubblica, si è giunti a questa ennesima minaccia, con molti interessati pronti a smentire e a sventolare i propri assegni con cui potranno dimostrare, nelle sedi opportune, la loro estraneità ai fatti attribuiti.
Ma la similitudine con la P2 salta agli occhi quando due ex piduisti, precisamente la tessera n. 1816 e la tessera n. 2232, si sono affrettati a smentire il coinvolgimento di un'intera categoria e a parlare di liste di proscrizione. Beh, signori miei, che vi devo dire, se lo dicono loro, che se ne intendono, c'è solo da sedersi in poltrona e aspettare che arrivi il terremoto.

martedì 11 maggio 2010

Ingerenze

Mi è capitato di sentire che il Vaticano ha tuonato, si fa per dire, contro il federalismo fiscale, sentenziando che semmai si dovesse approvare, la solidarietà verso i soggetti più deboli non si tocca. Poi mi è parso di sentire che, sempre il Vaticano, ha proposto alla classe politica un confronto sulle riforme prossime venture e ha promesso un contributo. Ora, io non dico che il contributo non possa essere più che mai utile e costruttivo, così come io credo che la Chiesa abbia ragione a parlare in quel modo del federalismo fiscale, ma è un mio pensiero che, dunque, non ha i caratteri dell'obiettività. Quello che non digerisco è la continua ingerenza della Chiesa nelle decisione politiche. Mi domando spesso cosa c'entra la Chiesa con la politica. O meglio, cosa c'entra la politica di uno stato indipendente, come è lo Stato Vaticano, con la politica di un altro stato, anch'esso indipendente e sovrano, come è l'Italia. Perché il Vaticano dovrebbe contribuire alle riforme interne dello Stato italiano? Lo ha per caso fatto la Francia o la Germania? E questi ultimi lo hanno fatto nei confronti della Grecia, che pure sono costretti ad aiutare a suon di miliardi? Non mi pare, credo invece che gli stati sono liberi e indipendenti, l'Europa si limita a chiedere una politica di rigore, poi, come questa politica organizzaerà le proprie riforme, sarà un fatto interno delegato ai singoli governi, che sono chiamati a fare delle scelte e, sulla base di queste, verranno giudicati dai cittadini e votati di conseguenza. Allora perché queste continue ingerenze dello Stato Vaticano nei confronti della politiche dello Stato italiano? E perché è stato organizzazo un Life day contro la 194, fortemente sponsorizzato dallo Stato Vaticano con i bambini che sfileranno in carrozzina?

lunedì 10 maggio 2010

L'avvento dei barbari

Credo che abbia ragione Scalfari, quando dice che la nostra epoca è post-moderna. C'è stata l'epoca dei moderni, che è durata all'incirca dalla scoperta dell'America fino ai giorni nostri, ed ora sta iniziando una nuova epoca, con l'intermezzo delle azioni da parte dei contemporanei. Per far capire questo concetto, il noto giornalista, ha paragonato questa epoca alla fine dell'impero romano, che durò all'incirca un secolo. In quel periodo, a dare la spinta risolutiva, ci pensarono i barbari, con le loro invasioni e con il loro linguaggio, completamente diverso nei modi e nei costumi, dalle abitudini usuali del periodo florido dell'Impero. Tutto finisce, e questo è anche il destino dell'era moderna, con una coda di intellettuali che difendono il vecchio stile, che inesorabilmente tramonta, dagli assalti dei contemporanei, impegnati a distruggere per creare inconsapevolmente spazio alla nuova epoca che verrà. Questo in sintesi ha detto Eugenio Scalfari nella presentazione del suo libro. Personalmente ho avuto modo, se ancora ce ne fosse bisogno, di toccare con mano questo contesto, l'altra sera, mentre ero ad un convegno sulla giustizia. E' stata una serata gradevole, rovinata solo nel finale, da un signore che non ho il dispiacere di conoscere personalmente, credo si trattasse di un avvocato, ma potrei sbagliarmi e comunque non ha importanza in questa sede. Quello che conta è che quel signore, alle soglie dell'età anziana, parlava animatamente, dicendo frasi vuote, di quelle che si sentono dire in continuazione nei telegiornali, senza aggiungere nulla di nuovo alla serata. Parlava con una tale enfasi, che riusciva perfino a raccogliere gli applausi di una parte dei presenti. In quel momento ho visto i comizi di certi politici, che dicono senza dire e riscuotono successo. E' vero, basta poco, un po' di enfasi, per scuotere la platea sonnacchiosa. In quelle parole e in quegli applausi ho rivisto i barbari che distruggevano l'informazione e la cultura che un popolo in cammino aveva faticosamente conquistato nell'arco di quattrocento anni. Ho rivisto le azzuffate dei politici in TV, la vuotezza di principi e di cultura che tutto questo esprime.
Ho ribattuto, a quel signore, almeno un paio di cose fondamentali, ma temo che né lui, né chi lo applaudiva hanno capito il senso del mio intervento.

venerdì 7 maggio 2010

Ma non è una nuova tangentopoli.

Non se ne può più. Ogni giorno ce n'è uno nuovo. Moggi radiato dal calcio, Verdini rinviato a giudizio, Scajola dimesso, assessori regionali e provinciali del PDL si dimettono a ripetizione su tutto il territorio nazionale. In Puglia, pare che Frisullo avesse costituito una specie di cupola con altri suoi soci, per non parlare di Cosentito per il quale era partita la richiesta d'arresto bloccata dal parlamento, così come già era successo per il ministro Fitto il quale, anche lui, ha fatto finta di dimettersi, non per la richiesta di arresto ma a causa di una brutta figura elettorale, rimediata per opera di Vendola. Ancora un ministro, e siamo a tre, Altero Matteoli, accusato di favoreggiamento in una storia di mazzette e lottizzazioni abusive all’isola d’Elba. Nel frattempo è scoppiato lo scandalo di Bertolaso e soci, il presidente del senato Schifani sospettato di contatti con ambienti mafiosi, così come il presidente della regione Sicilia e il dondatore di Forza Italia Marcello dell'Utri. Andreotti, anche lui, riconosciuto colpevole in via definitiva e prescritto, non assolto, così' come prescritto e non assolto è stato Mills, corrotto dal presidente del consiglio che, a tutti gli effetti, può essere considerato un corruttore. E poi gli scandali sessuali, Marrazzo e lo stesso presidente del consiglio. Senza contare che, nel frattempo è crollata, a causa degli scandali, la giunta della regione Abruzzo, guidata da Del Turco, anche lui arrestato. E infine, sopra tutti, quello che da più parti è considerato il grande vecchio, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, il grande tessitore, quello la cui sorella abusa del suo potere nell'ambito della Croce Rossa Italiana, quello che cuce i rapporti tra la politica e il Vaticano che, tra un'invasione di campo e l'altra nelle questioni politiche, non si è fatto mancare l'ennesimo scandalo dei preti pedofili.
E pensare che, di fronte a questo sfascio totale, c'è ancora qualcuno che continua a dire che non siamo di fronte a una nuova tangentopoli, che in fondo si tratta di pochi ladruncoli isolati. Fin quando il bubbone non scoppierà perché sta arrviando il tempo di mettere le mani nelle tasche degli italiani, così come si sta facendo in Grecia. La manovra da 25 miliardi è in arrivo e, Dio non voglia, accanto ad essa arriveranno tumulti e proteste da parte di chi ancora non riesce a levarsi il prosciutto dagli occhi.

mercoledì 5 maggio 2010

Oggi sono proprio contento.

Sono contento per le dimissioni di Scajola. E lo sono per tante ragioni e senza remore buoniste. Scajola se ne doveva andare e non solo per questo presunto scandalo di cui, fra pochi giorni, si perderanno le tracce perché, forse, non c'è nulla di illegale. E poi, se confrontato a quello che ha combinato il suo capo e presidente del consiglio c'è veramente da ridere. Sono contento perché l'ormai ex-ministro dello sviluppo economico ha un discreto curriculum di incompetenze ed inefficienze. In pratica è una persona che solo in questo paese poteva essere riconfermato a una delle più alte cariche istituzionali. Non dimentichiamo che la carica di ministro è altamente prestigiosa e mal si addice a questo genere di persone. Ma in Italia ormai siamo di bocca buona e accettiamo di tutto. Dunque Scajola. Già si era dimesso a causa di quel funesto G8 del 2001, lasciando il posto a Pisanu, ma non prima di aver dato del 'rompicoglioni' a Marco Biagi. E forse fu proprio quello il motivo per cui è stato salvato, premiato e riproposto in un dicastero diverso. Ma andiamo per ordine. Scajola è sempre quello dell'aeroporto di Imperia, uno scalo che, a detta degli esperti, serve solo a lui. Ed è quello che, meraviglia delle meraviglie, ha proposto le centrali nucleari che finalmente porteranno l'Italia tra i paesi all'avanguardia nel mondo. Forse fra trent'anni, se mai riusciranno a costruirle in tempi così stretti. Infine Scajola è quello della banda larga. Lui voleva sbloccare subito i soldi già stanziati, pare che fossero ottocento milioni, ma nessuno li ha mai visti. I suoi colleghi ministri lo hanno lasciato sfogare, un po' come si fa con i bambini, poi hanno cominciato a lavorare sulle cose serie, ad esempio il digitale terrestre, che nel mondo non si usa più neanche in Babbuasia, tanto per non offendere nessuno. E poi la notizia nascosta che ha dato il via libera alla Shell per le trivellazione nel golfo di Taranto, proprio mentre nel Golfo del Messico monta la marea nera e perfino Schwarzenegger si è opposto a nuove trivellazioni
Si, sono proprio contento, e non è un maramaldeggiare su un uomo che ormai è politicamente morto, perché qui si tratta di avere ogni tanto, da cittadino, una soddisfazione, in attesa che, non essendoci due senza tre, venga riconfermato ministro della repubblica e ripresenti per la terza volta le dimissioni per chissà quale altra fesseria.